Torneo di Texas Pot Limit. Martedì sono stato eliminato in malo modo, ma sono calmo e concentrato, so che non sto giocando male. Faccio affidamento anche che il torneo si svolge in modalità pot limit, questo dovrebbe attenuare in una certa percentuale il fattore fortuna e favorire un po’ di più le giocate tecniche. Arrivo – stranamente – in orario, i partecipanti sono 75. Shuffle up and deal, e io sono già al tavolo. Strano che non sia in ritardo!
Prima mano, trovo A-A. Rilancio x 3 e giochiamo in 3. Flop K-8-3. Il BB punta 600, un fold, io faccio call, restiamo in due. Turn K. Non mi piace tanto. Check-check. River K. L’oppo punta 1000, io faccio call. Lui muck senza mostrare. Nice! Prima mano A-A e reggono, che sia un segnale?
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Succede una mano rara: una ragazza al mio tavolo chiude colore all’Asso, ma il suo avversario ha scala colore e la batte. Brava lei a non re-raisare l’avversario e conserva quindi un terzo circa dello stack. Tutti parlano e commentano della sfortuna che Lei ha avuto. E’ sicuramente vero, ma nessuno dice la cosa principale: la ragazza pre-flop con A-Q suited non ha raisato ma si e’ limitata ad entrare nel piatto. Consentendo così a chi aveva 5-7 di entrare nel piatto con una mano che diversamente avrebbero foldato. Sfortuna sì, ma un po’ cercata.
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Sesto livello, blind 150-300 con 9s-10s pre flop raiso a 1200 da middle position. Giocano in 4. Flop 6d-8s-Js. Un check, io esco per 4mila. Tutti passano. E continuo ad accumulare. Continuo a spingere contro avversari capaci di foldare e cosi’ arrivo a 30.000 con average 15mila. Ma dal settimo livello fino all’undicesimo non vedo carte e il mio stack inizia una lenta erosione.
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11esimo livello, la mano chiave, a mio giudizio, del torneo. Il livello e’ 600/1200, io ho poco meno di 19.000 e trovo J-J ed esco a 4.000. Dopo di me re-raise a 10.000, tutti foldano e il gioco torna a me. Penso a lungo, ripenso all’idea che ho dell’avversario, a come aveva giocato le mani forti e quelle debole precedentemente, ormai lo ho al tavolo da almeno 3-4 ore. A qualcosa devo pur aggrapparmi per prendere una decisione. Passa il tempo, ed e’ chiaro che o mando tutto o foldo. Mi convinco che sia più forte e passo. Mostra Q-Q. Sono ancora in gara e tutto quello che viene sarà buono, visto che potevo essere già sulla via del ritorno.
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13esimo livello, ho galleggiato fino a quel momento, ma mi è chiaro che ho bisogno di risalire. Su un raise di Cristiano Blanco, facco re-raise per quasi all in con 10-10. Cristiano, che ha un grosso stack, malvolentieri chiama e gira A-Q. La mia coppia regge e cosi’ risalgo in average
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Bolla: non sono short, ma sono sotto average. Al tavolo l’unico che si “approfitta” della fase di bolla è cristiano Blanco che accumula chips. Io decido di aggredire per sorprendere gli avversari e mi va abbastanza bene. D’altronde uscire decimo o nono con 700 euro non fa differenza, i soldi sono sui primi tre posti. Poi su un raise di Cristiano Blanco vado in re-raise con 9-9 sperando di prendere lì il piatto. Invece Cristiano che ha un maxi stack mi chiama. Per mia fortuna ha 6-6 e la mia coppia di 9 regge. Arrivo così al tavolo finale da quarto in chips.
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Tavolo finale impreziosito dalla presenza di Cristiano Blanco e Alioscia Oliva. Gioco prudente, voglio 2-3 eliminazioni prima di cambiare marcia. Le chips passano da una parte all’altra del tavolo, ma non si fermano da me. Però quando sembra che nessuno riesca ad uscire, abbiamo 3 eliminazioni in fila. Cristiano Blanco perde una serie consecutiva di coin flip ed esce quinto. A questo punto cambio marcia, divento aggressivo e inizio ad accumulare, specialmente su una signora che si muove solo con punti forti. Alioscia Oliva esce quarto e restiamo io e un ragazzo, che fino a quel momento ha giocato molto bene, aggredendo ma anche foldando dopo un proprio raise quando aveva sentito aria di bruciato, con il 90 per cento delle chips e la signora che è stata corta tutto il tempo al tavolo salvo vincere tutti i coin flip da raddoppio cui è rimasto poco. A questo punto, senza rischi, aspettiamo che lo stack della signora si consumi lentamente, entriamo nei piatti con limp, visto che la signora non raisa mai in questo particolare frangente. Esce infatti di lì a poco. A questo punto io ho il 45 per cento delle chips mi appresto all’heads up, la prima moneta e’ 7.000, il secondo invece prenderà 4000. Il ragazzo mi propone un deal, proprio stavolta che non l’avevo proposto io! E’ un ragazzo giovane, però ormai sono convinto di avergli preso le misure. Tuttavia sono le 5 del mattino e così accetto e dividiamo concludendo ex-aequo, con piena soddisfazione di entrambi.
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Due considerazioni: ho giocato in modo ottimale. Basta dire che non ho vinto un solo piatto partendo da sotto. Allora ho vinto senza avere fortuna e solo per capacità? Certo che no, la fortuna ci vuole sempre. Anche il fatto che i punti reggono ha già in sé la sua (ampia) componente di fortuna. La mano decisiva è stata il fold di J-J pre flop.
La seconda: dei 75 partecipanti almeno l’80 per cento non aveva possibilità di arrivare in fondo se non con una dose veramente ampia di fortuna: giocavano infatti il torneo come se fosse un No Limit e non si son resi conto che era un altro tipo di gioco. Un po’ come chi corre la corsa campestre forte del fatto di saper correre in pista, o chi pensa che correre i 3000 siepi sia sempre uguale come correre i 3000 in piano e non si rendono conto che c’è una grande differenza tecnica, salvo ritrovarsi smarriti quando davanti c’e’ l’ostacolo o l’acqua o ritrovarsi fuori gara senza aver capito il perché. Ma nell’attuale boom del poker, ci va bene anche cosi’!
tonyg