L’esperienza trascorsa al Clubbino di Roma con il torneo “Player of the year 2008” nei giorni di sabato 26 gennaio e domenica 3 febbraio è stata a dir poco avvincente.
Torneo curato nei più piccoli dettagli in maniera impeccabile sia per quanto riguarda la struttura che l’organizzazione stessa dell’evento.
Dealers veramente competenti e attenti che hanno permesso uno svolgimento fluido e veloce della competizione.
Chicca finale il bracciale d’oro messo in palio per il vincitore.
Unico neo, la mia prestazione al final table. Dopo aver condotto un torneo che reputo essere stato vicino alla perfezione, 3 errori importanti al tavolo di finale, l’ultimo catastrofico, hanno compromesso la mia vittoria conclusiva. Del resto 3 errori sono davvero tanti.
Il primo giorno è partito subito molto male, un paio di piatti persi in malo modo mi hanno visto scendere sotto i 10 K ( la dotazione iniziale era di 15 K ) nella prima ora di gioco. Dopo aver temporeggiato e giocato piccoli piatti senza riuscire a costruire un ammontare di chips che mi permettesse di fare gioco, mi sono ritrovato prematuramente se si considera la struttura del torneo ultra lenta ad andare in all in preflop con AK contro un avversario che mi ha chiamato con JJ. Call più che giustificato visti i miei ripetuti attacchi nei suoi confronti con tutt’altro che carte solide. Fortunatamente la dea bendata è stata dalla mia parte e vincendo quel coin flip sono potuto salire a 22K in un momento del torneo fondamentale.
Dopo una trentina di minuti ho costruito una buona trappola contro un altro avversario che ha funzionato alla perfezione facendomi balzare a circa 40K.
La trappola trovava le sue radici nei primi due livelli del torneo visto che non avevo ancora cambiato tavolo. Avevo dato l’impressione di essere un giocatore mediamente chiuso, ma quel che è più importante è che la percezione che gli altri avevano di me era molto arrendevole. Infatti avevo fatto pochissime continuation bet nei momenti in cui non centravo il flop, ed avevo mollato senza reagire moltissimi piatti, forse anche eccessivamente, ma il torneo lo permetteva, la struttura lenta mi permetteva di fare rilanci standard 2,5-3-3,5 big blinds senza sentirmi realmente mai coinvolto nel piatto.
Così dopo aver lasciato credere di essere un giocatore molto lineare (se punta al flop ha qualcosa, se non punta vuol dire che non ha preso niente), alzo KQ dalla posizione 7 (bottone meno due) e rilancio 800 sui bui 150-300, isolato call del bottone il quale sono sicuro già mi aveva fatto qualche prepotenza. Flop 9 7 2 rainbow, questa volta decido di difendere, avevo stabilito che dal cambio di livello, appunto sui bui 150-300 avrei cominciato a difendere i miei rilanci preflop anche dopo aver completamente mancato lo stesso, e punto 1200 su un piatto di 1750. Call istantaneo dell’opponent. A quel punto ho cominciato a pensare che avesse il 7 o un 9 con kicker problem, percui ero già entrato in uno stato mentale di arresa, quando il turn invece mi regala una carta meravigliosa, una Q bella e sorridente come poche. Quale occasione migliore per farsi aggredire un’altra volta dimostrando debolezza? Così nella mia testa si prefissa un check raise con conseguente fold dell’avversario, invece lui fa una puntata molto grossa che mi faceva stare ancor più tranquillo, ma che però mi obbligava a check raisare all in. Infatti lui ha puntato 5000 io raise all in lui di nuovo instant call con A9, non mi aspettavo un call ma sono stato molto contento dopo aver visto le sue carte e la sua discutibilissima giocata. River bianca e sono volato a 40K.
A quel punto mi sentivo perfettamente a mio agio in quel tavolo, ma il torneo si sa, ha le sue evoluzioni e i tavoli sono fatti per essere rotti, così dopo aver rubacchiato molti piatti senza rischiare, con mio immenso rammarico sono stato spostato.
Dopo una mezz’ora di gioco sono stato spostato nuovamente e finisco ad un tavolo dove neanche sto per sedermi e noto immediatamente un ragazzo con montagne di chips. La cosa preoccupante era che aveva un quantitativo di chips veramente molto alto, in quel momento credo fosse il chip leader, ed in più aveva un’infinità di chips di piccolo taglio. Ho così dato un rapido giudizio della situazione che mi aspettava, un tavolo abbastanza chiuso in cui questo ragazzo aveva fatto il bello e il cattivo tempo rubando tantissimi blinds.
Dopo i primi dieci minuti capisco che la prima impressione era quella giusta. Così il mio principale obiettivo è stato quello di far capire a lui che la musica era cambiata e non era arrivato un altro giocatore pronto a subire il suo gioco, ma era arrivato invece qualcuno che gli avrebbe potuto rovinare la festa.
Devo dire che con Olivier Riot, questo il suo nome, (giovane francese e ottimo giocatore) ci siamo dati battaglia fino e anche sul tavolo di finale. C’è stato rispetto su alcune giocate, forse anche troppo sia da parte sua che da parte mia, e ci sono state anche molte prepotenze da ambo le parti, del resto i migliori bluff riescono proprio sui bravi giocatori.
Così in questo tavolo dove gli unici problemi arrivavano proprio dal francese, ho cominciato la mia guerra psicologica nella blinds war con il giocatore che era di BB proprio quando io avevo il botton. Ogni qual volta arrivava a me l’azione preflop dopo un fold generale, e mi trovavo sul bottone, il mio rilancio era automatico a parte pochissime eccezioni, e dopo qualche tempo era diventato talmente palese che il call del BB si faceva anch’esso sempre più automatico, l’unica differenza e non trascurabile era che il suo call era un call con molto nervosismo. A quel punto sapevo che con la pazienza e con il meccanismo che avevo innescato, se mi si incastrava la mano giusta avrei preso tutte le sue chips. L’occasione è arrivata quando ho AK dal bottone, per mia fortuna nessuno rilancia ed io faccio il mio solito per 2,75 con questa volta instant all in della mia vittima. Io Instant call. Giro AK come detto prima e lui AJ. Nulla sul board e player out.
Così dopo aver cambiato ancora una volta tavolo, in cui sono stato per un breve periodo anche in difficoltà avendo dimezzato le mie chips su una mano persa malamente, arrivo al tavolo di finale in sesta posizione per quantitativo di chips. Riot chip leader.
Dopo le foto, le congratulazioni e il break si riparte con i bui 6k – 12k ante 1k con davanti a me 260k in chips. Struttura del torneo davvero fenomenale se si pensa che in sesta posizione avevo davanti circa 22 big blinds.
Nei primi 30 minuti di gioco la mia interpretazione del tavolo è stata ineccepibile, erano tutti più chiusi, nessuno voleva uscire per primo, così mi sono preso qualche vantaggio rubando almeno 5 bui delle prime 20 mani, fino a quando decido di mettere a segno le 3 stupidaggini che mi hanno fatto uscire dal torneo.
Le elenco qui di seguito.
1) Rilancio per 3 da middle position con 88 sui bui 8k-16k e il più corto al tavolo mi va all-in di 130k, la differenza era di 90k circa che ho messo trovando due bellissimi cowboys che ovviamente non ho scoppiato.
2) Rilancio con JJ di circa 36k sul buio di Riot sperando che lo stesso mi controrilanci interpretando il mio uno steal blind con un debole rilancio, avevo fatto appositamente poco più del mini raise sperando che un giocatore sensibile come lui avesse questa interpretazione. Invece ho ottenuto un call dello small (Bacci) e un call del big (Riot appunto). Flop A XX tutto di picche. Dopo il check dello small e del big non ho avuto l’audacia di puntare in quanto non avevo un J di picche ed avevo due giocatori da far passare. Così sul turn ininfluente e non di picche Riot punta 80k e io e lo small foldiamo senza tanto pensarci. Riot mostra bluff con 6 e 4 di cuori. Bravo il francese!!!!
3) Stesso livello un giocatore UTG + 1 (eravamo rimasti in 6) punta 55k, io alzo 55 e decido di andare all in per 250k circa dal bottone. Lo small ci pensa molto e dopo dirà di aver foldato 77, il giocatore che aveva fatto il primo rilancio instant call con AA. Nulla di fatto sul board e Alioscia player out.
A mia parziale discolpa per giustificare questi errori posso metterci la stanchezza, anche se non è un buon alibi visto che tutti quanti avevano giocato le stesse mie ore. Forse la causa principale di queste brutte giocate risiede nel fatto che quando siamo rimasti in sette c’è stato un deal, di cui ovviamente sono contento, che ha allentato la tensione e forse mi ha anche fatto scendere la concentrazione, visto che avevo trovato nello stesso deal un certo appagamento economico.
Comunque il torneo è stato splendido sotto tutti i punti di vista e mi sono molto divertito.
Complimenti a Olivier Riot che ha vinto il braccialetto in palio arrivando primo meritatamente, non perdendo mai la concentrazione e giocando un poker allo stesso tempo solido e brillante.
Alioscia Oliva
Tratto dal blog di Alioscia “Alessio” Oliva: http://www.everestpokerit.com/video/user/?d=287