Dopo un po’ il direttore di sala mi viene a chiamare e mi chiede se voglio passare al tavolo Omaha. Mi siedo, ci sono 3 giocatori con stack superiori ai 2mila e tutti gli altri con stack medio-piccoli. Faccio per piazzarmi subito un duemila davanti ma il croupier mi dice che posso mettermi davanti al massimo 1000. Ok, inizio a giocare e mi concentro sul livello di gioco degli opponenti, in particolare dei tre big stack, oggetto dei miei “appetiti”.
Non mi sembra invero granchè, però mi è anche chiaro che devo cercare di arrivare velocemente a 2mila anch’io per poter fare maggior pressione su tutti.
I giocatori sono molto regolari e corretti, per cui abbastanza leggibili. Qualcuno forse timoroso, forse sono anche poco esperti. In questa zona degli Usa, a questi livelli bassi, spesso è anche difficile trovare un tavolo di Omaha aperto: per la mia esperienza la zona dove più si gioca Omaha sono gli stati del Sud, Louisiana e Missouri.
Hanno una regola strana: sebbene i blind siano1/2 il primo rilancio è a 5, e il primo rilancio a 15. Praticamente è un’Omaha come si giocava anni fa, cioè preflop non si può entrare di limp, ma occore un minimum raise per “aprire” il gioco sui blind. Nella realtà è come se fosse un Omaha 2/5.
Scendo subito a 600, perdendo con colore nuts ed avversario che chiede full al river, ricarico immediatamente per ripartire con mille dollari e incomincio gradualmente a salire. Arrivo in un’oretta circa a 2200/2400
Pre flop, indipendentemente dalla mano che ho, faccio raise a 20 o 25 fisso: così innalzo il livello di gioco, e porto il piatto pre flop a 80/120 dollari (anziché i 30/40 dollari cui erano abituati prima che arrivassi al tavolo). In questo modo posso aggredire più facilmente sul flop. Facendolo poi sistematicamente divento in breve illeggibile pre flop ai loro occhi: sia che abbia A-A-10-J double suited, sia che abbia carte deboli, il mio raise è standard e costante in modo da costringerli a giocare al buio contro di me, almeno nella fase iniziale del flop.
Mi capita poi di giocare 3 volte in breve di check raise sul flop, una volta in bluff, due con il nuts e ricevo tre fold. Sembrano che non digeriscano i check raise, forse mentalità statunitense. Ricordo che nella preistoria, oltre 10 anni fa, il check raise, almeno negli States, era considerata una scorrettezza. Talvolta sui tavoli c’era scritto “check raise allowed” quasi a sottolineare che non sempre era consentito altrove.
Qui mi capita quella che è stata la mia migliore mano a Las Vegas. Solita mia puntata a 25, due call, un terzo rilancia a 100. Strano, perché normalmente aspettavano il mio rilancio per accodarsi, e prendere questa iniziativa ora che mi avevano qualificato aggressivo significa che ha messo in preventivo anche un mio forte re-re-raise a 300 o oltre. Lo metto subito su una monster. Io ho Ad Kh 8d 9s. La mano non mi dispiace, so di essere molto indietro contro una monster, ma se creo un flop grosso e il flop mi da una mano di quelle giuste, potrei trovarmi una mano con un EV+ se la mie letture saranno giuste.
Giocano in due e arriva il mio turno. Devo decidere quanto puntare. Dopo di me c’e’ un giocatore che ha fatto call 25 e che ha 280 dollari davanti, devo quindi fare una puntata che possa lasciarmi la porta aperta per ulteriori raise se il giocatore decidesse di andare all in. Devo quindi puntare meno della metà del suo potenziale all in. Ecco perché mi limito a fare call 100. Lo short, come sperato va all in per 240. L’iniziale raiser chiama, gli altri giocatori passano. Nel piatto ci sono circa 900, però il suo all in è stato più del doppio della mia puntata e quindi è giunto il momento di provare a creare prima e a prendere poi un maxi piatto.
Tutti si aspettano un mio call, visto che sul rilancio a 100 mi sono limitato a chiamare, ma io rilancio a 800. L’iniziale raiser fa call e il piatto è un po’ più di 2mila. Tre giocatori, io primo a parlare, uno in all in.
Flop Ah 3h 4s. Flop pessimo, se il mio iniziale raiser aveva A-A come ormai mi sono convinto, non ho margini di manovra. Lui ha tris. E io una semplice coppia d’Assi. Certo beccare l’unico asso che ancora era in circolazione……………non potevo chiedere di peggio. Però inizio un finto pensare e dopo lungo tempo faccio check. Se scenderà una puntata, farò istant fold. L’avversario è in una situazione poco confortevole a queste cifre per lui, forse non è abituato a queste cifre, forse memore dei miei recentissimi check raise e sapendo che posso aver giocato con qualsiasi carta, magari potrei avere anche un 2 e un 5 in mano per una scala, non vuole giocarsi tutto quello che ha davanti e spera in cuor suo che il suo tris sia idoneo a vincere da solo il piatto e commette un errore clamoroso e da check dandomi un’altra chance.
Al turn esce un 9h. Il turn migliore che mi potesse capitare. A questo punto il mio avversario non può più muoversi, anche se avesse colore a cuori: l’Asso e’ a terra, io ho solo il K a cuori, ma lui non può muoversi neanche se avesse un colore piccolo, perché io potrei essere colore nuts se avessi due cuori e non solo uno come in effetti ho. Allora inizio un’altra mini recita, e decido che non posso correre ora il rischio che paghi su un mio bet. Penso e penso, o meglio faccio finta di pensare e capisco che la mia unica chance sarà sul river. Quindi do check. L’avversario da’ anche lui un veloce check. Al flop viene giù un 10. Perfetto, niente coppie a terra. Punto immediatamente senza pensarci una sola frazione di secondo il pot. Il giocatore fa un sorriso sarcastico come a dire che ho avuto fortuna e folda, mostrando, i suoi due assi. Intanto così prendo subito il side pot di circa mille. Il giocatore che era all in mostra K-K-x-x senza cuori e quindi contro di lui la mia doppia coppia di A-9 è buona. Incasso quindi, anche se non preventivato, anche il main pot. Vi lascio immaginare soltanto le facce dei giocatori quando hanno visto che non avevo colore e che prendevo un piatto di quel genere con doppia coppia A-9.
E’ chiaro che a quel punto il tavolo è allo sbando, nel pallone più completo, e che diventa un gioco da ragazzi tirare un attimo i remi in barca, prendere qualche piatto, anche grosso, da nuts, tanto ormai nessuno più mi crede……………………..qualunque giocata faccio.
Insomma si gioca fino alle 7 e mezza del mattino, con avversari con stake sempre più sottili e si chiude con 5mila totali di vincita. Recupero Max per la sua unica serata chiusa in pareggio e non in vincita, maxi cappuccino con caramello al Venetian e alle 8,30 del mattino torniamo al Bellagio per lasciarci andare ad una giusta e meritata notte (ehm ehm!) di sonno…………………………….(continua)…………………….