Partenza un mercoledì mattina, destinazione finale Vilamoura, regione Algarve, Portogallo.
Passo da un’aria intrisa di goccioline d’acqua in sospensione, umido che viene dalla terra veneta che circonda l’aeroporto di Venezia, alla ventosa ma soleggiata Lisbona per lo scalo intermedio, al clima mite e asciutto del pomeriggio che ci attende all’aeroporto di Faro.
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Dal taxi che ci conduce a Vilamoura si percepisce già di essere in una diversa zona d’Europa. La vegetazione bassa ricorda molto la vegetazione del Nord Africa, anche se meno arido, quello che anticipa di molto le distese sahariane. E le costruzioni anche ricordano molto certi quartieri di cittadine nordafricani. Di tanto in tanto qualche richiamo o fregio decorativo stile arabo.
Non posso fare a meno di pensare che nel costruire la propria casa più che seguire un piano regolatore il proprietario ha seguito la propria ispirazione artistica: non c’è una casa che sia uguale, o simile, quanto meno nello stile, all’altra. Si capisce che ciascuno si è recintato il proprio pezzo di terreno, e poi si è costruito la casa a suo piacimento! Questo contrasto, anche forte, in questa scorrere di case che una dietro l’altra mi appare dal finestrino del taxi è per certi versi comunicatore di un’allegria estemporanea.
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Dopo 20 minuti, si arriva a Vilamoura, e qui, sorprendentemente, appare un paesino, pulito, carino, ma soprattutto ordinato. Tantissimi condomini, anche grandi, si capisce che sono appartamenti per i vacanzieri. E diversi alberghi, molto grandi. L’albergo Tivoli Marina è un 5 stelle, nove piani, appoggiato sulla Marina del porticciolo interno di Villamoura. Dal balcone della mia camera al settimo piano si gode una magnifica vista sulla Marina. Non posso non notare che tra il migliaio di barche ormeggiate ce ne sono diverse decine molto grandi, sintomo che d’estate il posto deve essere meta anche di turismo abbastanza facoltoso
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Visto che non è il caso di privarsi dei piaceri del posto, anziché precipitarmi nella poker room, mi dirigo a cena: lungo la Marina ci sono una serie continua di bar e ristoranti, tutti aperti sebbene non ci siano se non pochi e sparuti turisti. Ma anche il numero degli esercizi da un’idea del flusso turistico che deve esserci durante l’estate. Cena da “O Cesteiro”. All’entrata del ristorante c’è un maxi bancone con pesce, molluschi, gamberi reali e crostacei in bella vista. I clienti si avvicinano, scelgono quello e quanto preferiscono, una signora li pesa e poi li porta in cucina in modo che in breve vi saranno serviti.
Polipetti buonissimi, vongole buonissime, gamberi giganti del Mozambico buonissimi, triglie molto grandi buonissime. Ma il tutto pieno di aglio soffritto. E invero, pur non essendo particolarmente amante dell’aglio devo ammettere che si sposa bene con il tipo di cucina proposto. E per innaffiare il tutto, sangria!
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Dopocena al casinò. La differenza rispetto ad una tappa EPT tipo Sanremo è assoluta ed enorme. Nella cittadina non c’e’ un solo richiamo all’evento che si svolge. Niente televisioni, niente radio, niente foto: c’è divieto di fare riprese sebbene tecnicamente siamo in un ristorante e non in un casinò. Il gioco si svolge in una sala che normalmente funge da ristorante del casinò, bella ampia, ma non si respira l’aria dell”evento”. Che differenza con la nostra Sanremo per la quale si è scomodata perfino mamma Rai con il suo pezzo grosso, il TG1. Insomma non c’è fusione tra la manifestazione e il resto che lo circonda, l’EPT sembra un corpo estraneo rispetto all’ambiente che lo ospita.
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I tavoli cash sono gestiti direttamente dal casinò, 3 tavoli 5/10 e uno 10/20. Solo Texas no limit, niente omaha. Ai tavoli solo giocatori che son venuti per il torneo, niente turisti, niente giocatori locali. Decido che non è il caso visto che non sono proprio freschissimo e faccio ritorno in albergo. So di non essere al meglio mentalmente dopo il viaggio e quindi per stasera passo.
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La mattina si presenta con un bellissimo sole splendente, l’albergo ha anche una piscina all’aperto, e alcuni sono sui lettini a prendere un po’ di sole.
Al breakfast trovo Dario Minieri, scambiamo due chiacchiere, due commenti sui suoi programmi, progetti e previsioni per il 2010. Questo ragazzo è sempre allegro e ha sempre una parola per tutti. A bordo piscina c’è Luca Pagano che rilascia una teleintervista, non lo disturbo e me ne vado a fare due passi sulla spiaggia profonda che lambisce l’oceano. Poi alle 11, alla spa, a farmi rimettere in sesto la schiena rattrappita da 3 ore e mezzo di aereo. Pranzo leggero, solo gamberi e vongole, e via sono pronto per il torneo di Omaha, obiettivo del mio viaggio……………….(continua)……………