Se pensi che il poker non sia uno sport competitivo, probabilmente non hai mai raggiunto le fasi finali di un grande torneo, dove l’unica cosa più grande dei bui è la pressione di dover giocare per migliaia – o addirittura milioni – di dollari di montepremi.
Essendo un ex giocatore di basket, posso paragonare la pressione di un tavolo finale delle WSOP ai minuti finali di una partita di playoff, dove ogni giocata è cruciale ed ogni errore può fare la differenza fra uscire dal campo come vincitori o come secondi.
Dalla folla dietro le transenne alle luci, dalle telecamere delle TV ai giornalisti che corrono da una parte all’altra, ogni cosa è amplificata. Se lasci che la pressione e tutta l’atmosfera da circo che ti sta intorno ti distragga, puoi dire addio al tuo torneo.
I giocatori professionisti che si sono trovati in queste situazioni in passato – che siano dei cestisti o dei campioni del tavolo verde – sanno che la chiave per vincere in queste condizioni è quella di mantenere la concentrazione sull’obiettivo immediato e lasciar fuori tutto il resto. Le telecamere? Dimenticale. I fan? Lasciali stare. Concentrati e gioca, il resto non deve interessarti.
A differenza di altri sport, il poker ha quel qualcosa in più che bisogna considerare: la scala dei valori dei premi, dove finire un solo posto più in alto può significare vincere migliaia o anche centinaia di migliaia di dollari in più. Per giocatori che non hanno mai raggiunto le fasi finali dei tornei principali, pensare alla differenza di guadagno nel torneo può distrarre tanto quanto le telecamere delle TV. Per avere successo in questi momenti del torneo bisogna essere concentrati su un solo obiettivo. Il mio obiettivo in questi casi è vincere il torneo.
In base alla mia esperienza, i tornei posso essere divisi in due parti distinte: la parte con i premi e la parte senza. Prima della “zona bolla”, l’ultimo posto prima dei premi, il mio obiettivo è prendere il denaro, e, possibilmente, mettermi in condizione di vincere. Superata la “zona bolla”, l’obiettivo diventa vincere. Per me, e per molti altri pro, il vero torneo non comincia prima di aver raggiunto la zona dei premi, ed è lì che mi concentro per prendere le decisioni strategiche a lungo termine più intelligenti per assicurami la vittoria.
Chiarirò il concetto portandoti ad esempio una mano dall’evento numero 1 delle WSOP di quest’anno. Eravamo rimasti in quattro nel torneo, e la differenza tra arrivare primo e quarto era di oltre $500.000, quando mi trovo coinvolto in un piatto contro Andy Bloch. Con una coppia di 7 in mano ho puntato su un flop Q-Q-3, e Andy mi ha risposto con un rilancio delle dimensioni del piatto. Sebbene non sapessi cosa potesse avere Andy, ho supposto che avesse due overcard, e magari stesse tentando di fare colore. Anche se la mia doppia coppia di 7 e Donne avrebbe potuto essere vincente, mi sarebbe costato tutto lo stack scoprirlo, in quello che era essenzialmente un coin-flip. Alla fine, ho passato la mano e ho aspettato un momento migliore.
Magari ti chiedi perché ho passato. Beh, per un paio di ragioni. Prima di tutto avevo un grande stack in quel momento, per cui non ero obbligato a continuare con quella mano non essendo “committed”. Anche se passare contro Andy mi era costato un pò di chip, potevo comunque permettermelo perché ero sempre secondo al tavolo per numero di chip. La seconda e più importante ragione è che, anche se ero in vantaggio su Andy al flop, la mia lettura della mano gli dava 13 “outs”, circa il 40% di possibilità di chiudere il punto. Se avessi messo a repentaglio il mio torneo chiamando, non avrei avuto le “odds” giuste per giocarmi questa mano.
Fare la chiamata da duro davanti ai miei amici, ai familiari, e alle telecamere di ESPN avrebbe potuto regalarmi qualche minuto di gloria, ma ho cercato di tenere questa tentazione lontana dai miei pensieri per concentrarmi sul mio obiettivo principale: la vittoria del torneo. Concentrandomi sulla strategia di gioco che avevo preparato in precedenza, sono riuscito ad uscire da una situazione marginale solo con una piccola perdita.
Alla fine, la mia decisione di passare davanti ad un possible guadagno immediato, nella mano che vi ho raccontato, ha pagato, quando ho battuto Andy quando siamo rimasti solo noi due a giocare in heads-up. Non baratterei mai la vittoria di un braccialetto delle WSOP per pochi minuti di celebrità televisiva!