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Il mio EPT a Vilamoura (parte seconda e ultima)

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l torneo ha un buy in di 1000+100, modalità Omaha. 8000 chips di partenza, primo livello di blinds 25-50. Quarta mano, foldo il mio tris di jack su un flop 9-10-J con due carte dello stesso seme, troppo pericoloso. Non gioco nessun’altra mano fino all’undicesima quando trovo Q-Q-K-K con due carte di picche. Prima di me c’è un rilancio a 175, io faccio call, vediamo il piatto in 5. Il flop è K-J-6 con due carte a quadri.

Lo small blind fa check, il big blind punta 400, un fold e tocca a me. Voglio isolare questo primo giocatore o anche vincere il piatto ora, uncontested, e decido di fare raise a 1100, anche perché un call potrebbe tirare dentro altri giocatori alla ricerca di scale o colori.Invece in questo modo mi seguira’ qualcuno che ha fatto tris di J o di 6. Gli altri due foldano e il gioco torna al giocatore che ha fatto la prima puntata. Con mia sorpresa punta 4mila. A quel punto vado all in per 8mila e ricevo istant call!!!!!! L’avversario gioca per il colore, non ha possibilità di scala, non ha coppie!!!!!!! Sono sorpreso, giocarsi il torneo all’undicesima in mano in questo modo! Purtroppo il turn porta un 2 di quadri, il river non accoppia il flop e il mio torneo è finito dopo soli quindici minuti.

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Qualche lettore di questi pezzi che ogni tanto metto sui forum mi chiede come mai mi limiti a giocare solo una decina di tornei all’anno. La risposta è in quello che mi è accaduto: uno si organizza 4-5 giorni di assenza dal lavoro, prende un aereo, prenota alberghi, attraversa l’Europa per poi trovarsi “fired” in 15 minuti! Se fossi stato al cash avrei ringraziato di aver trovato un siffatto giocatore al tavolo, avrei ricaricato e con la massima tranquillità avrei continuato a giocare. Ma ad un torneo una mano storta ti penalizza definitivamente. E la delusione è poi dura da smaltire.



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Esco fuori dal casinò, mi vado a fare una lunga passeggiata, cammino un po’ a casaccio e vedo una Villamoura che non avevo ancora visto, lunghi vialoni, decine di condomini, alcuni molto carini, decine di esercizi commerciali, ora chiusi ma sicuramente aperti durante l’alta stagione. Una cittadina attualmente deserta (i condomini si vede che non sono attualmente abitati) che riprende vita e si riempie di vita solo in alcuni mesi dell’anno per poi spegnersi e offrirsi in questo modo un po’ desolato, così come la vedo io ora che l’attraverso a piedi, senza incontrare anima viva.

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Nella foto qui sotto il mio albergo visto dalla Marina





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Niente casinò per questa sera, non avrei la giusta testa. L’indomani opto per una rilassante partita di golf. A Villamoura ci sono 7 campi da golf, nelle Algarve ce ne sono una trentina. Gioco su un campo abbastanza facile, si chiama Millennium, in compagnia di un inglese di Manchester con il quale mi abbinano lì al campo. Mi dice che non tiene né per il Manchester United né per il Manchester City, secondo me, vista la passione per il football della città, sarà l’unico non tifoso a Manchester.

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Eccomi al tee di partenza


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Lungo il campo decine, centinaia di abitazioni costruite di recente e molte ancora in corso di costruzione, molte con una piccola piscina, quasi tutte si affacciano verso i green. I prezzi per queste abitazioni non sono esattamente popolari, dai 500mila in su, e in periodo di crisi immobiliare come questo mi chiedo quante riusciranno a piazzarne. Però certo hanno turismo collegato al golf per tutto l’anno: inglesi, tedeschi e nordeuropei in genere arrivano in massa, con voli diretti, e poi via a giocare, sfruttando il clima mite che consente di giocare 12 mesi all’anno. Mi chiedo perché in Italia non riusciamo ad organizzare (anche) questo tipo di turismo.


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La sera provo a giocare un po’ cash al casinò. Riesco a sedermi ad un tavolo 10-20, inizio a giocare ma non mi piace tanto il tavolo: tutti molto attenti, nessuno spreca niente, nessuno che giochi allegro. Insomma si tratta di un tavolo di pro o semipro. Poi arriva anche Alex Kravchenko, noto campione russo, vincitore di oltre 3 milioni di dollari in soli tornei. Ricordo di averci giocato a cash a San Pietroburgo, 7-8 anni fa, prima che facesse strage anche alle WSOP. Non sono così obnubilato da ottime mangiate di pesce e bevute di sangria per non capire che non sono sufficientemente concentrato per affrontare un tavolo così ostico. Mi alzo e dichiaro chiuse le ostilità.

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La mia Vilamoura? In definitiva bel posto, un po’ deludente l’accoglienza per il circo viaggiante dell’EPT, ottime mangiate, relax, tranquillità, niente poker nonostante i propositi iniziali. E sono contento anche per la freddezza e lucidità nel non aver cercato una rivincita immediata ai tavoli cash sull’onda della bruciante eliminazione al torneo. Non mi resta che darci appuntamento alla prossima. Ci vediamo ai tavoli.

tonyg

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