Eccomi a raccontare la seconda mano “poco ortodossa”. Sette giocatori al tavolo, due o tre molto forti e due o tre molto loose, di quelli che se sono in serata fortunata possono fare molto male perchè non mollano un piatto, come un cane che non mangia da tre giorni mollerebbe l’osso. Il gioco e’ omaha pot limit 5-5, in breve trasformato di fatto in un 10-20 con rilanci preflop spesso non giustificati. A me va anche bene che ci sia qualcun altro ad alzare il piatto preflop, alcuni giocatori leggono il flop come se giocassero a texas e non hanno la giusta “angolatura” sull’omaha.
Regola della casa: non ci si può mettere davanti più di 1.000 davanti come posta iniziale o successivo buy-in.
Dopo neanche un’ora sono sotto di 3K. Tre volte ho scala al flop: la prima si finisce all in con uno che aveva tris e poi chiude full, la seconda all contro uno che aveva 4/5 a colore (e un’altra carta di colore in mano), e chiude il colore. La terza trovo un giocatore che ha la stessa scala come la mia, ma poi col river chiude una scala più alta. Sembra che non sia proprio la mia serata, ma resto calmo e lucido, mi accorgo che i tre big pot consecutivi non hanno spento le mie buone sensazioni col tavolo.
Dopo circa un’altra oretta ricevo . Pre flop entrano nel piatto 200 chips e siamo in 5 a vedere il flop.
Il flop e’ . Il primo a parlare (si vedrà dopo che aveva colore al 10) da’ check, il secondo pure, io anche che son terzo a parlare e così gli altri due giocatori. Il turn e’ . Il giocatore che al flop aveva colore second nut esce puntando di 100, poi un fold, io faccio call, ancora un fold e un call: tre giocatori. Il river e’ . Il primo giocatore (con colore) da’ check, io punto 350 su un piatto di 500. L’ultimo a parlare raise a 1350. Un fold e tocca a me.
Invero il mio primo pensiero e’ che ho perso il piatto e che mi tocca foldare. Poi inizio a pensarci un attimo. Non gli faccio A-A-x-x. Parlando per ultimo, quel tipo di giocatore, non avrebbe fatto call per 40 pre flop, ma sarebbe andato di re-raise. Potrebbe però avere Q-Q e starmi sopra. O forse A-J anche lui? Mi viene pure il dubbio che possa vere ed aver chiuso addirittura scala reale. Ma sul ragionamento relativo alle carte che potrebbe avere inizia a prevalere quello sulla tipologia del giocatore. Trattasi di giocatore che già in passato mi aveva “aggredito” addirittura una volta che ero nuts, era stato lui a mandarmi all in pur stando sotto. Non lo vedo giocare in slow play un punto molto forte come full di donne o di assi, in special modo parlando da ultimo. Molto riluttante faccio call, non avendo scacciato il pensiero che se avesse avuto un punto forte sarebbe uscito di reraise sul turn. Ma credo di aver perso, perché non riesco a capire con cosa ha chiamato sul turn. A meno che non sia in bluff assoluto (!). Si scoprono le carte e lui dichiara full. Penso che ho perso e che non poteva non essere così e invece con mia somma sorpresa mostra 2-2 per un full di due con jack. Giustificherà il suo pessimo reraise dicendo che mi faceva in bluff, ma allora avrebbe dovuto chiamare e prendersi il piatto, non certo rilanciare.
Perché ho raccontato questa mano? Perché se mi fosse capitata questa identica mano, con questo identico sviluppo, sul tavolo e con (que)i giocatori di quel tavolo che ho descritto nel post precedente, avrei fatto fold immediato e non mi sarei voltato a pentirmi. E viceversa la mano giocata su quel tavolo in quel modo “anomalo-spinto” se giocata contro i giocatori di questo tavolo sarebbe stata anch’essa un fold, perché e’ chiaro che non avrei ottenuto il fold dagli avversari.
Praticamente due mani anomale ma vincenti, se giocate sui tavoli invertiti sarebbero stati due istant fold. Questo per dire che dobbiamo studiare, discutere, approfondire perché non si finisce mai di apprendere e migliorare, ma importante è altresì adattare quanto impariamo, studiando, con la realtà concreta al tavolo e miscellare tutto con la nostra esperienza e la nostra capacità di lettura.
Tonyg