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Giovanni Bruzzi

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Intervista a Giovanni Bruzzi, scrittore e sceneggiatore nonché consulente tecnico delle partite di poker dei film “Regalo di Natale” e “La rivincita di Natale”, cult-movie della storia del cinema per lo specifico settore. Noi di pokerallatexana proviamo a porre delle interessanti domande sul tema a questo avventuroso personaggio.

Salve, anche se la conosciamo, vogliamo sapere qualcosa di più sulla sua vita, dunque egregio Giovanni Bruzzi, dove è nato?

A Firenze nel 1936.

Quando ha iniziato a dipingere?

Da ragazzo, consideri che il mio bisnonno è Stefano Bruzzi, famoso pittore di paesaggi e di animali dell’800.

Mi vuol citare un maestro?

Rodolfo Margheri, professore di “Tecniche Grafiche” all’Accademia Belle Arti di Firenze.

Ha servito anche la patria?

Sì, nel 1958-59,nel “Genio Trasmissioni” dell’Esercito.

E dopo?

Ho tenuto la mia prima mostra personale alla “Galleria L’Indiano” di Firenze.

E quali sono stati i risultati?

Ho capito che prima di poter campare con la vendita dei miei quadri, fanaticamente figurativi e dalla lunga esecuzione, sarebbero dovuti passare molti anni.

E allora?

Sono andato a Parigi, dove ho vissuto ininterrottamente dal 1960 al 1962.

E cosa ha fatto?

Ho conosciuto il poeta André Breton, il padre del Surrealismo, al quale ho anche schizzato un ritratto, ho realizzato una grande tela sul jazz, per la quale ha posato il batterista negro Kenny Clarke,una star del be-bop, e Marc Vaux, direttore della celebre “Galerie du Foyer des Artistes” a Montparnasse, mi ha organizzato una importante mostra personale nel 1961.

Allora a Parigi riusciva a vendere i suoi quadri?

No assolutamente, ero troppo giovane e troppo precario per avere credito presso il mercato dell’arte.

E come faceva a vivere?

Ho lavorato, sempre di notte, come faux-client nei night club di Montmartre e di Montparnasse e come palo per una gang di greci che bancava il gioco proibito delle tre-carte nel metrò nelle ore serali.

E poi?

Sono rientrato a Firenze, perché mi ero scocciato di fare l’artista emigrante.

E cosa è successo?

Per ragioni di pecunia sono entrato a far parte del mondo del gioco d’azzardo clandestino, ben inteso dalla parte del banco, e vi sono rimasto a tutto il 1980.

Come era articolata l’organizzazione?

Io ho lavorato solamente in bische a “5 stelle” a Firenze, alle Terme, in Versilia e a Roma dove funzionavano tavoli di roulette, chemin de fer, trente et quarante, baccarà, craps, zecchinetta, poker , telesina e ho fatto anche il clanda negli ippodromi della Capitale.

Accipicchia! E con le forze dell’ordine è filato sempre tutto liscio?

Qualche inevitabile incidente di percorso c’è stato, ma una provvidenziale amnistia ha sistemato tutto.

In questo campo, quali personaggi eccellenti sono da ricordare?

Sicuramente Renis, il mio boss, poi il gangster italo-americano Joe Adonis, e infine Albert Il Marsigliese,un super-baro del baccarà. Io ho fatto il ritratto a tutti e tre.

E alla pittura in questo periodo cosa accadeva?

La mia carriera pubblica di pittore, le ricordo che ho tenuto più di 100 mostre personali, non ne ha risentito affatto, l’arte e la malavita sono due microcosmi che non si incontrano mai.

Quando è uscito dal giro cosa ha fatto?

Ho scritto sei libri di memorie sull’universo fuorilegge del gioco d’azzardo, visto dal “dietro le quinte”.

Penso che con questa attività abbia guadagnato molto denaro ed è per questo che non si è mai pentito?

Certamente, non potevo per nessuna ragione, aspettare che l’ambiente dell’arte, con i suoi mercanti ignoranti e con i suoi critici prezzolati, mi acquistasse i quadri, così nell’attesa, mi sono preso i soldi necessari per vivere egregiamente. E oggi se sono un pittore di successo in Italia e in America, lo devo anche ai tavoli verdi.

La televisione lo ha visto spesso ospite-protagonista?

Sì è vero, tutti i più importanti programmi della Rai e di Mediaste, dal “Maurizio Costanzo Show” a “Porta a Porta”, mi hanno voluto come testimone del gioco d’azzardo clandestino.

La collaborazione alla sceneggiatura del film “Regalo di Natale”, nel 1986, è dipesa dal suo lavoro di biscazziere?

Esattamente, il regista Pupi Avati cercava un esperto del settore per scrivere la drammatica partita a poker, chiave di tutta la storia, e aveva anche la necessità di un consulente diretto sul set per tutte le scene riguardanti il tavolo verde e perciò ha scelto me, penserei con una felice intuizione, visto il grande successo del film.

Come è stato vedere venire alla luce il seguito di un film così “cult” dopo tanti anni? Come le è sembrato?

In effetti è una cosa anomala, ma il denaro è una motivazione decisiva. Le grandi batoste al tavolo verde non si scordano mai ed è perciò che ho costruito il personaggio di Franco(Diego Abatantuono) disposto a tutto pur di risultare alla fine vincitore, calpestando ogni codice morale.

Come è lavorare con un mostro sacro della regia italiana del calibro di Pupi Avati?

Con Pupi Avati si è subito instaurato un rapporto di assoluta stima reciproca e lui si è fidato ciecamente di me per quanto riguarda la partita di poker, perché conosceva il mio passato di biscazziere e sapeva che nel mondo del gioco d’azzardo clandestino ero noto come il “Professore”.

Ci sveli una curiosità, chi di Gianni Cavina, Alessandro Haber, George Eastman, Carlo Delle Piane e Diego Abatantuono è un vero giocatore di poker? Di che livello?

Sono tutti giocatori disinvolti ma dilettanti, il più esperto comunque è George Eastman.

Lei ha mai giocato al di fuori del set con questi grandi attori?

No perché sul set mi dovevano rispettare categoricamente e non volevo troppa confidenza.

Carlo Delle Piane “l’avvocato Santelia” mostra una flemma pokeristica invidiabile, unita con un profilo caratteriale molto strano e inquietante, come nasce il personaggio?

Santelia è il prototipo del vero baro, cioè ha costruito un proprio doppio da esibire al tavolo da gioco per far abbassare la guardia ai suoi avversari, perché a lui interessa solo il denaro da arraffare con le sue manipolazioni e con la complicità, indispensabile, del compare alla sua destra e Carlo Delle Piane è un grande attore che ha capito alla perfezione tutto questo.

Il primo episodio è ricco di flashback, e a distanza di più di 20 anni rimane sempre un film cult sul genere, qual è l’aspetto che, secondo lei, lo rende un film così intramontabile?

“Regalo di Natale” è l’unico film, nella storia del cinema, in cui una partita di poker truffaldina ha uno svolgimento realistico, senza inutili iperboli spettacolari-irrealizzabili. Non va dimenticato che, fin dalla assegnazione dei posti, Santelia attua la prima manipolazione per avere alla sua destra Ugo(Gianni Cavina), il giuda di turno e suo indispensabile compare. Tutta la partita è piena di situazioni di baro(birillatura, impalmo, passaggio, barattina) e per capirne tutta la intricatissima strategia, va seguito con la massima attenzione anche la continua richiesta di poste, per portare il totale del malloppo da vincere al livello desiderato, sempre da parte di Santelia, così costringendo Franco(Diego Abatantuono) a seguirlo per essere sempre “all’altezza” del resto dell’avversario.

Nei film si vede il lato negativo del poker, il gioco dei bari, che ne pensa? E’ molto diffuso?

Non direi che il lato negativo del poker siano i bari. Quelli veramente “over the top” sono sempre stati rarissimi e hanno lavorato esclusivamente per le bische a “5 stelle”. Io ho fatto il biscazziere solo per denaro e quando la situazione lo richiedeva il mio boss ha immesso ai tavoli da gioco il baro giusto(ogni gioco richiede il suo specialista), ricavandone sempre i profitti preventivati, senza sbagliare mai nemmeno un colpo, in tanti anni di attività. Il baro non è un comune giocatore, ma è un sicario-killer che lavora per una committenza(la bisca) e deve “uccidere” economicamente il ricco “pollo” selezionato.

Il poker nel 2006 in Italia ha vissuto una rinascita e richiamato moltissimi giovani, il nostro sito/forum ne è una dimostrazione, che ne pensa?

Il poker può essere una importante scuola di vita e un’occasione di divertimento. Il vincere e il perdere costruiscono il carattere.

Il gioco principe della fase attuale del poker mondiale è il Texas Holde’m, anche in Italia, dove storicamente si è sempre giocato a 5draw con mazzo ridotto, lei apprezza questa variante?

Tutte le varianti che il poker ha subito negli anni sono state volute dai grandi casinò americani che ritenevano di modificare il gioco per renderlo sempre più appetibile per le legioni di nuovi giocatori d’azzardo alle prime armi.

Reputa il 5draw un poker dove la componente di bravura influisce maggiormente, come spesso si sente dire?

Certo, questo è palesemente evidente.

Il bluff è un’arma essenziale nel poker “all’italiana”, mentre nell’Hold’em sembra molto di meno, essendo un gioco più basato sulla strategia dove il bluff non è lo strumento principale per vincere, questo secondo lei è un limite?

No perché il Texas Hold’em è un gioco del tutto diverso che solo raramente prevede l’utilizzo del bluff, essendo importanti altre tattiche di gara.

Il poker attualmente ha una connotazione “sportiva”, nascono tutti i giorni nuove associazioni che creano tornei con sempre più iscritti, ci sono campionati organizzati nei casinò ecc. Cosa pensa di tutto questo fervore intorno a questa disciplina, storicamente connotata come “gioco d’azzardo”?

Il poker d’azzardo è tutta un’altra storia, è quello dalla posta finale molto elevata. Io ho partecipato a partite di poker milionarie-miliardarie e posso assicurare che nulla hanno a che vedere con il poker amatoriale-domestico o con i tornei dove si rischiano solamente i soldi dell’iscrizione.

Lei gioca a poker on-line? Si vedono giocare cifre impressionanti(molte migliaia di euro a mano) dai giocatori professionisti o meno, senza vedere l’avversario in faccia, che ne pensa?

No, io ho sempre giocato con la mentalità del biscazziere, cioè stando dalla parte del banco che organizza la partita, e questo il poker on-line non me lo consente.

Ci dica qualcosa del seguito che completerà la trilogia di successo sul poker, qualche anticipazione…Quando potremo andare a vederlo al cinema? Che tipo di poker viene giocato?

Pupi Avati sa già che io ho pronta tutta la storia della terza partita, un intreccio terribile veramente infernale, ma realmente accaduto. Mi ha detto che quando si sentirà pronto per un altro set stressante, come i primi due già affrontati, mi chiamerà per girare la terza e definitiva partita, naturalmente sempre a 5draw con mazzo ridotto.

Ci dica i progetti per il suo futuro?

Un mio progetto cinematografico, che ho già proposto a più case di produzione, riguarda la storia(ormai leggendaria) di un devastante tout-va al baccarà, con banchiere il più abile baro d’Europa e anche questa è una vicenda che io ho vissuto in prima persona.

Ci lasci con una frase libera dedicata ai giocatori di pokerallatexana.com…

Giocate a poker perché è il più bel gioco del mondo, ma state attenti al vostro punto di rottura (una cifra persa non preventivata) che vi potrebbe portare su di una strada sbagliata.

In chiusura, volevo solo aggiungere un’ultima cosa, fra i miei dipinti importanti devo anche annoverare le due grandi tele che ho realizzato sulle partite di poker dei due film di Pupi Avati, ormai celebri e riprodotte in riviste italiane e straniere, e anche un incisivo ritratto del regista.

Copertina dell’ultimo libro di memorie sul gioco d’azzardo di Giovanni Bruzzi, acquistabile on-line al website: www.giovannibruzzi.it

Biscazziere
Giovanni Bruzzi, Giocatori di poker (2002-03, olio). Dal film “La rivincita di Natale” di Pupi Avati, da sinistra a girare, Alessandro Haber, Diego Abatantuono, George Eastman, Carlo Delle Piane, Gianni Cavina.

Giovanni Bruzzi, Giocatori di poker (1986, olio). Dal film “Regalo di Natale” di Pupi Avati, da sinistra a girare, George Eastman, Diego Abatantuono, Gianni Cavina, Carlo Delle Piane, Alessandro Haber.

Sul set di “La rivincita di Natale”, da sinistra a girare, Carlo Delle Piane, Giovanni Bruzzi(in piedi), Gianni Cavina, Pupi Avati(in piedi), Alessandro Haber, George Eastman (settembre-ottobre 2002).

Sul set di “La rivincita di Natale”, da sinistra a girare, Gianni Cavina, Alessandro Haber, Giovanni Bruzzi(in piedi), Diego Abatantuono, George Eastman, Carlo Delle Piane (settembre-ottobre 2002).

Giovanni Bruzzi, Pupi Avati (1986, olio).

Sul set di “Regalo di Natale”, da sinistra, Pupi Avati e Giovanni Bruzzi (febbraio-marzo 1986).

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