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Intervista a Dario “Ryu” Alioto

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Sono passati due anni dall’esplosione del poker in Italia due anni in cui per il poker internazionale ed italiano è cambiato molto e anche il tuo profilo di giocatore ha subito degli importanti aggiornamenti degni di nota che ci piace precisare. Dario Alioto è l’attuale campione del mondo di Omaha alle recenti WSOPE 2007.

Partiamo con una serie di domande:

1- Siamo a fine 2007, ormai il poker sportivo ha segnato passi da gigante in Italia, soprattutto per merito di persone come te, pensi che ci siano altri margini di crescita?

Visto ormai il dilagare di questa disciplina in territorio italiano e l’aumento esponenziale di anno in anno del numero di appassionati, penso che il prossimo obbiettivo cruciale sia quello di ottenere una abilitazione univoca e non troppo restrittiva da parte degli organi statali preposti, al fine di permettere a chi lo voglia di misurare le proprie capacita’ divertendosi anche al circolo sotto casa senza doversi sobbarcare trasferte lunghe e dispendiose verso i soliti casino’.

2- Ti seguiamo dal 2005, data dell’inizio carriera come professionista, come descriveresti il 2006 e il 2007 appena trascorsi?

Il 2006 e’ stato il mio primo vero anno da Pro e probabilmente rimarra’ nella mia carriera come l’anno piu’ nero della mia esperienza pokeristica. In realta’ questo periodo tremendamente sfortunato e’ durato fino ad aprile 2007. Negli ultimi sei mesi invece ho avuto un grande rush che mi ha ripagato per aver tenuto duro nei periodi bui. Cio’ non significa che in quel periodo non riuscissi a vincere – non ho mai chiuso un mese in negativo – ma mi rendevo conto che non raccoglievo quello che seminavo.

3-Che emozioni hai provato al tuo primo final table in un grande torneo nel settembre 2005 all’EPT di Barcellona?

Era anche il primo torneo live in assoluto, devo dire che e’ stata una grande esperienza. Purtroppo avevo perso un monster pot contro Antonius poche mani prima che si qualificasse il FT con QQ vs AQ e quindi ero rimasto drasticamente corto in chips.

4-C’è stato un evento che ti ha spronato a decidere di fare il PPP?

Ho deciso di provare a fare il Pro dopo essere stato eliminato in bolla all’Ept di Baden 2005 subito dopo quello di Barcellona. Nel frattempo avevo giocato per un mese filato cash game a Budapest e mi ero reso conto di avere le potenzialita’ per poter fare di questo gioco “una fonte di profitto assimilabile ad un lavoro”.

5-Sappiamo che vieni dal Judo, ad altissimi livelli anche quello, differenze ed analogie tra le due discipline…

Sono stato agonista di Judo e Lotta Libera per undici anni, ho fatto veramente tanti sacrifici per l’agonismo, anche troppi, ma questo mi ha sicuramente aiutato a sfondare nel mondo del poker. Per me era abbastanza semplice riuscire a coniugare disciplina, studio del gioco e bankroll management dopo essere passato da quel mondo li’.

6-Come trovi sia il livello di gioco in Italia? Siamo competitivi a livello internazionale tolti i soliti 15/20 nomi?

Decisamente no, siamo ancora molto indietro rispetto a quello che possono offrire quei paesi dove il poker americano lo cominciano a giocare in casa o a scuola come qui si fa con la briscola, la scopa e la scala quaranta !

7-Il poker è semplice come regole e spesso si corre nell’errore di sottovalutarne l’aspetto tecnico-strategico-psicologico, per essere competitivi c’è bisogno di attitudine e studio, quanto pensi sia determinante la fase di training tecnica per fare il salto di qualità?

Ritengo la fase di studio fondamentale, certe cose da soli le si impara a forza di sbagliare e a volte cio’ non basta perche’ non tutti hanno le capacita’ autocritiche e analitiche giuste per riuscire a correggere i propri errori. Per questo considero le fasi di studio fondamentali se si vuole diventare dei giocatori vincenti entro un lasso di tempo non troppo lungo.

8-Te sei considerato tra i migliori, se non il migliore giocatore di PLO mondiale, i risultati del bellissimo 2007 non possono che confermarlo, qual’è l’aspetto che più ti ha spinto a imparare e perseguire l’eccellenza in questa disciplina?

E’ un gioco divertente, che da azione, ogni carta puo’ cambiare la winning hand e il check-raise e’ sempre in agguato. Inoltre e’ un gioco dove e’ molto facile commettere degli errori; insomma era una grande sfida per me. Mi rendevo conto che specializzandomi in questo gioco avrei potuto sviluppare un eleveto margine di abilita’ rispetto ai miei avversari e cio’ mi avrebbe permesso di massimizzare i profitti, divertendomi e continuando ad imparare strada facendo.

9-La tua tecnica pokeristica è di primissimo livello, hai letto molta letteratura del settore oppure sei un autodidatta?

Ho letto relativamente poco, penso di dover gran parte di quello che ho imparato alle mia capacita’ analitiche e di autocritica che mi hanno sempre spinto a cercare di curare il mio gioco nei minimi particolari, quasi a livello maniacale.

10-Preferisci il gioco on-line o il live? sia per il cash che per il multitable?

Diciamo che il gioco on-line e’ meglio per guadagnarci su, il live per divertirsi e svagarsi arrotondando. Giocando 4-5 tavoli 25-50$ diventa difficile riuscire a trovare una partita live che possa garantirti un guadagno medio orario paragonabile a quello che otterrei on-line.

11-Trovi che l’offerta di gioco live italiana sia all’altezza del livello internazionale? Cosa pensi che andrebbe migliorato?

Sono rimasto un po’ indietro, ultimamente non ho frequentato molto l’ambiente italiano. Comunque trovo che l’offerta sia lodevole e che gli organizzatori siano sensibili alle richieste dei giocatori, cosa che all’estero nei tornei di quel tipo li si trova raramente.

12-Hai criticato alle WSOP Usa la tendenza di molti PRO di giocare tutti i tornei in modo trascurato e da maniac giusto per provare, nelle fasi iniziali, a prender qualche “colpo buono” e poi impegnarsi per il proseguo rendendo molti tornei minori ingiocabili, confermi l’impressione avuto anche quest’anno? e alle WSOPE?

Quest’anno era un po’ diverso, i tornei alle Wsope erano solo tre e il cash game era praticamente assente, di conseguenza tutti hanno giocato col massimo impegno, soprattutto gli americani che sicuramente dopo aver attraversato l’oceano avevano tutte le motivazioni per impegnarsi al 100%.

13-Riassumici le emozioni che hai provato dopo la vittoria del braccialetto a Londra…

Non sono un poeta, non saprei da dove cominciare…

14-Chi è il giocatore che temi di più nel PLO? Trovarsi TonyG al final è stata un’esperienza fastidiosa? Si è lasciato andare al trash talking che spesso lo contraddistingue?

Quello che temo di piu’ forse e’ Patrick Antonius. TonyG e’ tranquillissimo ci avevo gia giocato tante volte ed era sempre stato un esempio di sportivita’, penso che abbia perso da tempo il vecchio vizio del trash talking, probabilmente lo faceva solo per fare parlare di se.

15-Obiettivi per il 2008?

Nel 2008 giochero’ qualche Ept, probabilmente saranno quelli delle Bahamas, San Remo e Montecarlo. Poi mi concentrero’ sulle Wsop dove quest’anno voglio giocare veramente tanti eventi, ovviamente evitando accuratamente le lotterie NLHE con migliaia di iscritti. Sto imparando l’Horse e quindi mi cimentero’ in molti eventi diversi, in torneo mi diverto molto di piu’ nei giochi meno diffusi, quindi non vedo l’ora!

Lasciaci con una frese libera per gli amici di pokerallatexana.com…

Un “in culo alla balena” a tutti gli amici del sito e mi racomando: piano con gli insulti sul forum !

Ti ringraziamo per l’intervista, visitate i seguenti link per sapere qualcosa in più su Dario “Ryu” Alioto, campione mondiale di PLO:

Ryu gioca su www.faccepoker.com e scrive in esclusiva su continuationbet.com

http://pokerdb.thehendonmob.com/player.php?a=r&n=50080

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