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Intervista a Mario Adinolfi

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  1. Una breve presentazione…

Mi chiamo Mario Adinolfi, ho 36 anni, sono un giornalista e uno scrittore, sostenuto dalle liste di Generazione U ho trascorso tre mesi della mia vita fino al 14 ottobre 2007 da candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico, sfidando Walter Veltroni, Rosy Bindi e Enrico Letta alle elezioni primarie. Sono un pokerista dilettante, ma appassionato, ho giocato tre eventi delle World Series of Poker 2007 di Las Vegas, sfiorando l’in the money agli shootout in specialità Hold’em No Limit.

  1. Siamo nel 2007, ormai il poker sportivo ha segnato passi da gigante in Italia, pensi che ci siano altri margini di crescita?

Il poker sportivo è destinato a una crescita esponenziale, sperando che la politica non metta gli occhi sopra un’attività ludica che dovrebbe essere tenuta al riparo da interventi che potrebbero rovinarla.

  1. Quanto ti senti legato al poker, qual’è l’aspetto umano che più ti piace?

Mi piace il confronto e lo scontro allo stato puro tra persone che utilizzano i tre fattori decisivi dei destini dell’essere umano: l’intelligenza, il coraggio, la fortuna.

  1. Las Vegas è veramente come la descrivono?

Las Vegas è molto meglio di come la descrivono.

  1. Come è giocare a poker alle WSOP? Hai giocato anche i vari campionati italiani? EPT, WTP, ti piacerebbe come esperianza?

L’esperienza alle Wsop di Las Vegas è stata straordinaria, l’ho testimoniata anche con alcuni filmati che girano su YouTube e sul mio blog www.marioadinolfi.it .

Ho giocato poi una tappa del campionato italiano organizzato la Luca Pagano a Sanremo, proprio nei giorni di agosto in cui cresceva la notizia della mia candidatura alle primarie.

Mentre stavo giocando la mia specialità preferita, gli shootout di hold’em no limit, è arrivato il Tg1 per farmi un’intervista. Ero chipleader, sono uscito dal Casinò per dare l’intervista, al mio rientro avevo perso la concentrazione e sono stato messo out in meno di un’ora.

Avrei giocato volentieri le Wsope di Londra a settembre, ma gli impegni mi hanno tenuto fuori, Mi piacerebbe essere presente alla tappa Ept che si gioca a gennaio alle Bahamas. Inseguo il primo in the money a livello internazionale. E’ il mio obiettivo pokeristico del 2008.

6 Riesci bene a legare la passione per il poker con la tua professione?

Sono ambiti piuttosto separati, anche se sto lavorando all’idea di un romanzo sull’ambiente italiano del poker.

  1. Dicci qualcosa in merito alla campagna elettorale che stai portando avanti… Nell’ambito del poker sportivo e delle numerose asociazioni che stanno nascendo, cosa pensi che andrebbe migliorato in termini di legge in Italia?

La legge, meno si occupa del poker sportivo e meglio è.

La politica deve capire che è inutile porre argini sul terreno pulito del poker sportivo: bisogna liberalizzare, liberalizzare, liberalizzare. E poi colpire chi si comporta in modo scorretto.

Quanto alla mia campagna elettorale per le primarie, grazie alle centinaia di ragazze e ragazzi di Generazione U che si sono candidati per sostenermi, è stata semplicemente entusiasmante.

Anche il vincitore annunciato WalterVeltroni ce l’ha riconosciuto.

8 Ora un po’ di domande e curiosità sul poker giocato, quale disciplina preferisci giocare?

Mi piace molto giocare gli shootout di texana no limit, ma non disdegno il limit six handed.

9 Prediligi il NL o il fixed nel cash?

Prediligo il gioco a puntata limitata nel cash e lo consiglio a tutti i dilettanti.

10 Giochi molto on-line? A che livelli?

Gioco on line sempre quando la mia professione mi regala qualche ora notturna libera e non capita spessissimo. Sulla poker room di Betfair, comunque, il mio nickname è piuttosto conosciuto. E temuto.

11 Una domanda spinosa, vittoria maggiore e sconfitta maggiore in una serata di poker, live e on-line…

No, non mi piace dare cifre. Posso dire, però, che quando alle Wsop un maledetto kappa sul river ha fatto fuori i miei due assi andati all in contro un kappa kappa, la sofferenza è stata grande.

12 Abbiamo sempre più nomi alla ribalta e fortunatamente anche Italiani, chi è il giocatore italiano che più rispetti? E il più temuto?

Mi piace molto lo stile di Cristiano Blanco, che ho potuto conoscere di persona proprio alle Wsop 2007 di Las Vegas. Poi ho giocato contro Dario Minieri al campionato italiano a Sanremo ed è stato sfortunato, uscendo con due assi e un suo classico all in chiamato in preflop.

A Las Vegas gli ho visto fare numeri eccezionali al Main Event delle Wsop e gli sarò sempre grato per l’emozione che mi ha fatto vivere: un italiano, un romano, chip leader al Main Event delle Wsop.

Anche il mio gioco è piuttosto aggressivo, in questo spesso ispirato dal bravissimo Dario.

13 Prossimi impegni legati al poker? Dove ti vedremo impegnato… E come trovi il tempo per dedicarti ad un hobbie così impegnativo in termini di concentrazione e tempo personale?

Ho detto, andrò a gennaio a giocare la tappa Ept all’Atlantis delle Bahamas, poi spero di essere presente anche a Copenhagen, città che amo particolarmente, sempre per l’Ept a febbraio. A luglio, poi, conto di tornare a Las Vegas per le Wsop 2008.

14 Quali sono le caratteristiche più importanti per riuscire nel poker, dove pochi ce la fanno e molti si perdono? E in politica?

Le caratteristiche sono le stesse: tenacia, determinazione, calma, controllo dei nervi, coraggio, fortuna. E capacità di resistenza. La vita, la politica, un torneo di poker: sono tutte maratone.

Bisogna avere il fisico.

Lasciaci con una frase libera per gli amici di pokerallatexana…

Continuate così, ragazzi, a scrivere di poker, a giocare a poker, a saper andare all in quando è necessario.

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