Vai al contenuto

Intervista ad Antonio Grimaldi (TonyG)

  • di

Antonio Grimaldi (TonyG, nick che a diritto di cronaca era suo per anzianità!!!) ci ha concesso questa preziosa intervista che è una testimonianza di un giocatore serio e professionale che è approdato al gioco prima del boom modaiolo che ha colpito il mondo dal 2003.
Un giocatore e un professionista (lavorativamente parlando) sempre molto disponibile ed attento anche agli altri (segnaliamo, per dovere di cronaca, le sue molteplici donazioni conseguenti alle vincite di premi ai giochi da Casinò, cosa piuttosto rara da vedersi) e sempre pronto a dare consigli dall’alto della sua esperienza nel gioco ad alti livelli.
Ha giocato con i più grandi, in quasi tutti gli angoli del globo, se lo vedete al tavolo cash, fate due conti prima di sedervi alla sua destra! 😉

  1. Presentati…

45 anni, laureato in giurisprudenza, mi definisco un appassionato di questa nostra
splendida disciplina. Pokeristicamente parlando sono nato nell’era
preistorica, quella del pre-boom…

Il poker e’ esploso dopo la vittoria di Chris Moneymaker alle Wsop 2003: parti’ con 40 dollari e con due satelliti arrivo’ al Main Event che vince e gli frutto’ 2,5 milioni di dollari: il classico sogno americano.
Prima di allora bisognava cercare dove andare a giocare live e su Poker Stars c’erano 8/900 persone tutte le sere. E a Las Vegas erano ormai pochi i casino’ che avevano conservato una poker room: progressivamente chiudevano per lasciare spazio alle slot machine

  1. Siamo a giugno 2007, ormai il poker sportivo ha segnato passi da gigante in Italia, pensi che ci siano altri margini di crescita?

Dipendera’ molto da come se ne verra’ fuori dalla “zona grigia” (legalita’/non legalita’) in cui ci troviamo oggi. Se vi sara’ un
riconoscimento ufficiale, il poker avra’ un boom inimmaginabile: il potenziale giocatori si conta a milioni e non decine di migliaia. Basta vedere l’effetto che hanno prodotto i passaggi televisivi della nostra disciplina: pochi ancora si avviano a giocare nelle associazioni, ma nelle case italiane, dove prima si giocava a scala40, ramino o burraco, ormai si gioca tra amici o amiche e si organizza quelli che chiamiamo sit and go. E non sottovaluterei neanche la percentuale di donne che si stanno avvicinando e ancor piu’ si potranno avvicinare se il texas viene sdoganato nel pieno campo della legalita’.
Se pero’ non si uscira’ da questo equivoco e non ci saranno regole precise, non ci saranno investimenti nel settore, il parco giocatori non si ampliera’ e molto velocemente il patrimonio giocatori che vogliono giocare per fun e non per soldi rischia di andare disperso. Gli incalliti e malati di azzardo invece affoleranno le bische clandestine, fenomeno sempre esistito e che purtroppo continuera’ ad esistere.

  1. Quanto ti senti legato al poker, professionalmente parlando?

Guarda, io sono un appassionato. Starei ore ed ore ad ascoltare le storie e gli aneddoti dei big, ma anche a parlare con i neofiti che chiedono consigli e vogliono discutere una mano. Do’ una mano a chiunque me la chiede, un consiglio, un parere. Ad una sola condizione: che mi si lasci assoluta indipendenza di giudizio e di espressione.
Il poker non e’ il mio lavoro, ne’ mai lo sara’. Pero’ mi piace praticarlo perche’ “sento” molto la parte competitiva, la parte diciamo cosi’ agonistica. E poi mi consente di viaggiare, conoscere persone, posti nuovi, nuovi mondi e fare nuove esperienze: il tutto per autofinanziamento! Cosa c’e’ di meglio per uno come me che comunque ama viaggiare?

  1. Leggiamo su Card Player i tuoi articoli sempre molto volentieri, quale è l’esperienza pokeristica che più ricordi con emozione…

Non e’ emozionante ma sicuramente buffa e divertente. Campionato di Heads Up, iscrizione 2500 euro, primo turno gioco contro Scott Fischerman, due braccialetti alle wsop. Decido che non devo fare intimidirmi. E alla prima mano con A-10 Prima mano: blind 10-20, dotazione 2500 Rilancio standard, punto 60. Scott rilancia a 200. Iniziamo bene, mi dico.
Vuol mostrarmi i muscoli? Vuol prendere in mano l’inerzia della gara? Ok, faccio call.

Flop: 10-9-5 . Tocca a lui parlare per primo. Esce di 250. L’istinto mio e’ fare flat call. Allora mi rendo conto che non posso accettare la sua puntata: o butto le carte e rinuncio a giocare una mano dove non sto tanto comodo o mio tocca fare raise. Il raise mi serve per capire dove mi trovo, anche se mi puo’ costare un terzo dello stake.
Faccio raise a 800. vediamo un po’ dove sta e quanto sta carico.
Mi aspetto un call e poi valutero’ sul turn che fare. Invece mi arriva all-in da lui! e ora? Fold, fold, fold. Mi dico.
Ma lui e’ forte. E a me mi considera un pesce, questo e’ certo. Se lui mi considera scarso, o se lui si considera cosi’ forte, perche’ rischiare di perdermi? Se aveva un punto cosi’ forte come un tris, perche’ non accettarmi, darmi check al turn e poi intrappolarmi su una mia puntata? Gia’ perche’? Perche’ all-in? Non vuole affrontarmi al turn? Non sono uno che teme, quindi perche’? Si fa dentro di me l’idea che non mi vuole nel piatto e che vuole mandarmi via.
Forse pensa che non mi giocherei mai 2500 euro alla prima mano del primo incontro. Si, mi vuole fuori, la convinzione cresce dentro di me. E faccio call.
Lui gira J-Q .
Turn e river non aiutano nessuno Partita finita e vinta da me: la partita piu’ breve dell’European Tour, 1 sola mano, 1 minuto e 23 secondi.
Questo record di brevita’ non credo che sara’ mai piu’ battuto da alcuno, questo e’ certo!

  1. Las Vegas è veramente come la descrivono…

No. E’ molto, ma molto ma molto di piu’.
Tutti quelli che son venuti per la prima volta mi hanno detto: ce l’avevi descritta, la immaginavamo, ma e’ piu’ di ogni immaginazione Ci sono alcune cose che non si possono tradurre in parole: si puo’ descrivere un posto dove le slot machine sono all’uscita del finger dell’aereo, prima ancora di andare a ritirare le valigie? Si puo’ descrivere un posto dove i 9 alberghi tra i 10 piu’ grandi del mondo sono uno vicino all’altro nell’arco di 3-4 km? Si puo’ descrivere uno spettacolo in teatro dove al posto del palcoscenico c’e’ acqua?
Si puo’ descrivere una citta’ nel deserto con 60 rigogliosi campi da golf nell’arco di mezz’ora di auto?
Si puo’ descrivere un posto dove ci sara’ il piu’ grande intervento di edilizia residenziale di tutta la storia degli Stati Uniti, dove vi concorreranno gli 8 architetti piu’ famosi del mondo?
E non parliamo dell’organizzazione perfetta nell’accoglierti e farti sentire un re!
Las Vegas e’ cambiata (in meglio) negli ultimi 6-7 anni fa: penso che chi vi manca da piu’ di 5-6 anni oggi non la riconoscerebbe. Ripulita di tutto cio’ che maleodorava (mafia, gioco poco pulito, azzardo) e’ diventato un divertimentificio per adulti dove i casino’ rappresentano solo un terzo del gettito globale (l’altro terzo e’ dato dagli alberghi sempre pieni anche i giorni feriali grazie all’attivita’ congressuale e l’ultimo terzo dal “puro fun”: spettacoli, ristoranti alla moda, grandi eventi)

6 Riesci bene a legare la passione per il poker con la tua professione?

Invero c’e’ una cosa che e’ in comune tra la mia professione il poker. Innanzitutto la necessita’ di studiare (e aggiornarsi) continuamente. A me questa parte qui, piace ancora molto, sia nel lavoro che nel poker. Poi dopo aver studiato e’ giusto applicare sul lavoro quanto appreso, raccogliere i frutti e farsi pagare dai clienti! (:-))))
Ho una fornitissima biblioteca di testi di poker, e ogni volta che vado a Las Vegas un’affacciata alla gamblers’ ook Library e’ praticamente obbligatoria.
Se invece ti riferivi al tempo che serve per dedicarsi al nostro sport, allora ti dico che il segreto e’ l’organizzazione. E poi quando c’e’ passione il tempo lo si trova………..

7 Hai mai pensato di dedicarti esclusivamente al poker? Sappiamo che sei anche un trader, lo trovi simile al poker come mentalità? anche Luca Pagano giocava in borsa…

No, mai. Ma voglio essere estremamente sincero e chiaro sul punto. Non penso di essere un ottimo giocatore di poker o un fuoriclasse, non un Baggio o un Del Piero, ma neanche un mediano alla Gattuso, quanto piuttosto un giocatore di seconda fascia che pure si prende le sue soddisfazioni, un anonimo giocatore del Chievo per continuare nell’esempio. Una delle armi che mi fa passare da giocatore perdente o neutro a giocatore di poco vincente e’ sicuramente la “sicurezza psicologica” che i soldi del poker non sono quelli che mi servono per vivere. Questo mi da’ tranquillita’ che si trasforma in
lucidita’ al tavolo: posso giocare sempre al 100% del mio livello (sebbene non eccelso), proprio perche’ non sento il peso del bankroll. Attutisco meglio in questi modi i periodi “neri” e spingo piu’ di altri sull’acceleratore quando ho il vento il poppa.
Completo: probabilmente se sentissi la pressione di dover giocare per vincere, probabilmente scenderei sotto la linea che separa quelli che a fine anno hanno un saldo positivo da quelli che ne hanno uno negativo.
Quanto alla Borsa, la ritengo il piu’ grande (e onesto) tavolo da poker del mondo. Stesse caratteristiche per riuscire: studio, velocita’ di decisione, freddezza, evitare di andare in tilt. E in piu’ c’e’ zero rake!
C’e’ un’altra cosa che accomuna borsa e poker: non ci sono 50 vincenti e 50 perdenti come molti sarebbero portati a credere, ma 10 vincenti, 5 che vanno in pari e 85 perdenti. Queste sono le proporzioni tra vincenti e perdenti nel lungo periodo.

8 Ora un po’ di domande e curiosità sul poker giocato, quale disciplina preferisci giocare?

Parliamo di cash game: il mio gioco preferito e’ l’Omaha Hi Pot Limit. Gioco 10/20 o meno. Fino a questi livelli posso sfruttare la forza del bankroll, sopra probabilmente inizierei a sentire qualche “puntura” in caso di sconfitta e non mi va di essere condizionato neanche lontanamente da un fattore del genere.
Mi piace molto anche l’Omaha Hi Lo, pero’ nella versione Limit (20/40). Ma In Europa e’ quasi impossibile trovarlo. E il Texas Limit 30/60, ma ora nell’era di internet anche questo e’ quasi scomparso. I ragazzi di provenienza cyberspazio vogliono giocare solo No Limit, per cui mi sono dovuto riconvertire al NL (10/20)

9 Prediligi il NL o il fixed nel cash high?

Praticamente ti ho gia’ risposto. Evidenzio un fatto storico, non noto ai neofiti: 5 anni fa le poker room non facevano giocare No Limit. Ricordo che a Las Vegas era rarissimo trovare un tavolo NL. I giocatori non erano cosi’ tanti, e la poker room non aveva convenienza che il gioco fosse Nl perche’ proteggeva il giocatore. Un giocatore “broken” e’ un cliente perso per la poker room, a differenza che nei classici giochi di casino’, piu’ perde un giocatore e meno guadagna la poker room, perche’ si rischia che il giocatore smetta.

10 Giochi molto on-line? A che livelli?

Ci sono dei periodi in cui gioco 7-10 ore a settimane, poi magari un po’ di piu’, ma anche lunghi periodi (anche 2-3 mesi) che non gioco affatto.
Ammetto che ci ho messo un po’ (anche un po’ tanto) per capire che sono due sport diversi, quindi da affrontare con strategie regole diverse.
Mi piace fare qualche torneo ogni tanto (ho fatto un 47esimo posto quest’anno ad un Sunday Million con oltre 10.000 partecipanti), ma prevalentemente gioco cash: sedute su 3-4 tavoli per max 150/200 hands. Dopo di che la seduta e’ chiusa. In questo modo (prima giocavo molto piu’ tempo, anche 600/800 mani a seduta) ho trovato il mio giusto “target” e i risultati disastrosi dell’inizio sono scomparsi (;-)

11 Una domanda spinosa, vittoria maggiore e sconfitta maggiore in una serata di poker, live e on-line…
Sconfitta maggiore on line 5,5K (un heads up), sconfitta maggiore live 4K in una seduta cash o 5K l’iscrizione all’EPT di Dortmund. Vittoria maggiore on line 3,6K, vittoria maggiore live 13,1K

12 Abbiamo sempre più nomi alla ribalta e fortunatamente anche Italiani, chi è il giocatore italiano che più rispetti? E il più temuto?
Il giocatore cash che mi piace di piu’ Dario Alioto, ci ho giocato contro a Las Vegas in una seduta molto positiva per entrambi, eppure ha la capacita’ di non farti giocare in confort. Bravo, veramente. In torneo quello che mi fa stare piu’ “scomodo” al tavolo e’ sicuramente Dario Minieri. Veramente non si sa come prenderlo. Forte a torneo e a cash e’ anche Binelli, sempre solido, ma non e’ nuovo ne’ giovane, e’ uno, come me, della vecchia generazione (quella pre-internet). Tra i vecchi ce ne sarebbero altri, ma la domanda si riferiva ai giocatori “nuovi”.
Temere, non temo nessuno, ma attenzione non perche’ mi ritenga piu’ forte o il piu’ forte, ma per il semplice motivo che mi siedo sempre ad un livello di cash dove la sconfitta non mi “punge”. In questo modo ho una freccia in piu’ nella faretra, posso giocare in “overplay” e non sento che possa subire il bankrolll altrui.
13 Che consiglio daresti a chi si vuole iniziare la carriera di PPP? E a chi vuole semplicemente affacciarsi al mondo del poker sportivo?
Consiglierei di non intraprendere la carriera di PPP se prima non si raggiungono risultati continui e costanti. Bisogna essere pronti, mentalmente, a passare per mesi duri, in cui ti sembra che il tuo gioco si sia involuto, e nel frattempo le bollette e l’affitto sono da pagare ogni mese. Se poi uno se lo sente, avverra’ automaticamente, saranno le vincite stesse, costanti nel tempo, a portarti a fare il grande salto.
Io in un anno posso prendere abbastanza per vivere comodamente, ma non per questo lascio il mio lavoro. Il fatto di sapere che ho una sicurezza economica alle spalle rappresenta un’arma in piu’ al tavolo, almeno per me. E neanche piccola.
A chi si affaccia al poker sportivo dico: dedicate il tempo (e i soldi) che spendereste per un qualsiasi altro hobby, tutti soldi che non devono servirvi per vivere. E venite a divertirvi. Se poi con questo sport/hobby/divertimento riuscite anche a comprarvi il motorino, l’auto o la casa, o anche semplicemente a pagarvi una vacanza,……………beh che volete di piu’?

14 Prossimi impegni legati al poker? Dove ti vedremo impegnato…
Non so. Non ho fatto programmi. Direi Riga, Nova Gorica, Londra, Barcellona, ma solo per il gioco cash. Non penso di fare tornei almeno fino a tutto settembre. Se metto un po’ di fieno in cascina lo usero’ per qualche torneo grosso: giocare per obiettivi, sempre. Se avete un obiettivo e lo realizzate, vi rafforzerete nei vostri buoni propositi, studierete di piu’, starete piu’ in focus sul tavolo.
15 Quali sono le caratteristiche più importanti per riuscire nel poker, dove pochi ce la fanno e molti si perdono…
Sono tre: disciplina, disciplina e disciplina. Tutto il resto serve, ma viene un attimo dopo.

Lasciaci con una frese libera per gli amici di pokerallatexana.com
Con la mia solita presunzione e megalomania ve ne lascio due: la prima e’ la chiave del poker, perche’ qualcuno vince e molti perdono. La frase e’:
Facendo prevalere la speranza sull’esperienza: cosi’ il dio del poker si fa beffe dei giocatori scarsi
La seconda frase dovrebbe essere il motto dei recreational poker player, perche’ non dobbiamo dimenticare che innanzitutto ci deve essere divertimento, altrimenti che senso has il tutto?
La frase e’:

  • I soldati che vanno in guerra con la faccia triste sono quelli che non tornano mai: andate, giocate, divertitevi e tornate vincitori

Tony gestisce anche due rubriche ai seguenti indirizzi:

La rubrica sul forum figp e’ all’indirizzo

http://www.figp.it/forum/viewforum.php?f=31

quella sul forum di Luca Pagano e’ a

Juego

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *