Abbiamo posto un po’ di domande ad Isidoro Alampi, presidente della FIGP, ecco le sue risposte in un documento unico:
Mi chiamo Isidoro Alampi, 35 anni, di Reggio Calabria, sono da alcuni mesi Presidente della F.I.G.P. una Federazione che raccoglie oltre 200 circoli e oltre diecimila tesserati.
Creata al fine di tenere questo appassionante gioco dentro i binari della legalità, diffondendolo, nel contempo, il più possibile.
Le prospettive sono entusiasmanti, visto che i giocatori italiani cominciano a farsi valere in campo internazionale, cito, al volo, Alioto e Minieri, e il numero di appassionati è in crescita esponenziale.
Tanto che abbiamo dato il “la” al primo vero Campionato italiano.
Non cerchiamo un campione pescato tra chi si può permettere iscrizioni da 1500 euro, ma tra tutti quei giovani e meno giovani che ne possono spendere 100 e sono pronti a sfidarsi al tavolo nel corso di 10 mesi, per pura passione sportiva. Vi dico di più: se 100 euro fossero troppi, sappiate che potranno guadagnarsi l’iscrizione tramite satelliti da 10 euro! Vogliamo che questo gioco sia davvero un gioco e non un azzardo!
Si comincia a novembre in tutte le regioni d’Italia, con tornei individuali e a squadre: i trionfatori andranno a comporre la Nazionale italiana che rappresenterà il nostro paese alle World Series di Las Vegas, in pratica i campionati del mondo di Texas hold’em!
Sono estremamente lieto che sempre più associazioni pokeristiche si leghino alla nostra Federazione: è un chiaro segnale che il nostro modo di operare è gradito.
La formula torneo, con iscrizione e montepremi predefiniti, piace: nessuno si rovina, qualcuno può diventare ricco, questo è il “modello” che desideriamo portare avanti. Chi vuole altro non ha nulla a che vedere con noi e mai lo avrà.
Stiamo lavorando per ottenere un pieno riconoscimento dal CONI, del resto è palese che questo è un gioco d’abilità, dove contano cervello e condizione fisica: scordatevi di vedere qualcuno “alticcio” al tavolo o, semplicemente, assonnato.
Chi vuole vincere deve avere un approccio da professionista.
Avere il riconoscimento del CONI significherebbe garantire i giocatori che meritano di sedersi al tavolo senza alcuna incertezza relativa alla legislazione.
Credo di poter dire che, ormai, siamo professionisti del settore e state tranquilli che il nostro primo impegno sarebbe, ma già lo è, far si che le regole imposte dallo Stato fossero rigidamente rispettate. Intanto noi continuiamo a organizzare grandi eventi, come detto la prima “chicca” sono i campionati italiani, ma da gennaio l’italian poker tour porterà gli associati F.I.G.P. nei casinò italiani.
Non facendogli pagare costosissimi buy in, ma offrendogli la possibilità di qualificarsi, con pochi euro! E, attenzione, i premi saranno comunque corposissimi!
Spesso mi chiedono in che rapporto sono rimasto con la famiglia Pagano e non faccio alcuna fatica a rispondere “cordialissimo”. Può capitare di dividersi lungo un percorso, ma la stima non è certo svanita. Oggi la Federazione ha in organico, nelle sfere direzionali, ottimi giocatori come l’Avvocato Max Rosa.
Ovviamente il ruolo di legale della F.I.G.P. lo ricopre per le sue indubbie capacità professionali, ma il fatto che conosca molto bene il gioco gli permette di affrontare “sfumature” che un suo collega difficilmente potrebbe percepire.
Con lui, ogni tanto, posso concedermi una “partitina” per distrarmi, perché, è logico, anche io apprezzo il Texas hold’em, ma, a essere sinceri, gioco occasionalmente: senza dimenticare che il mio ruolo mi lascia sempre meno tempo libero.
Ormai siamo riusciti a cambiare l’immagine del poker praticato in bische fumose, con rotoli di banconote nelle tasche. Il poker sportivo si gioca nei circoli dove la sigaretta è bandita e l’azzardo pure: sono simpatici luoghi di aggregazione, e se ce ne sono sempre di più, forse, un po’ di merito è anche nostro….!