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Intervista esclusiva a LUCA PAGANO!!

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Ringraziamo naturalmente il sempre gentilissimo Luca Pagano che ci ha concesso questa intervista, che vi proponiamo. Molto esauriente nelle risposte, Luca spazia dall’EPT di Sanremo a quello di Montecarlo, per poi passare ad argomenti più “politici”. Un grazie anche al suo staff che ci ha permesso di metterci in contatto con Luca!

  1. Ciao Luca. Si è da poco conclusa la stagione EPT, che ha portato delle grandi novità: la prima, l’EPT di Sanremo, un grande successo. Come hai vissuto questo grande evento per l’Italia?

Quando inizio a correre voce che si sarebbe organizzato un EPT in Italia, tutti ci prendevano per pazzi o sognatori! Non solo ce l’abbiamo fatta, ma parole testuali di John Duthie e della proprietà di PokerStars, in 4 anni di storia dell’EPT, quello di Sanremo è stato il torneo di maggior successo e meglio organizzato in assoluto, Montecarlo incluso.

Non vi posso raccontare la soddisfazione e l’emozione mia e di mio padre quando ce lo hanno detto, inutile nasconderlo, ma eravamo visibilmente commossi. Tuttora a ripensare a quello che siamo riusciti a fare mi emoziono. Devo ringraziare per questo l’ottimo supporto ricevuto dal Casino di Sanremo, a partire dal vertice, Christian Lefebvre, il direttore giochi, Roberto Mento, insieme al prezioso supporto di Elisabetta Sanguineti, ufficio stampa eventi, e poi naturalmente a tutto il mio staff.

Ovviamente non ci fermeremo a gongolare sul fantastico risultato, ma anzi, questo ci apre a nuove importanti opportunità che ci porteranno ad intensificare il nostro lavoro, cercando sempre di migliorarlo venendo incontro alle esigenze dei giocatori e ad un mercato in fortissima evoluzione.

  1. Altra novità, la massiccia partecipazione dei giocatori americani, i grandi pro che fino all’anno scorso giocavano solo il circuito WPT. Significa che il circuito europeo non ha nulla da invidiare a quello mondiale?

Il calendario di tornei di Texas Hold’em è sempre più fitto e sicuramente quello Europeo ha raggiunto dimensioni notevoli. Ogni organizzazione e destinazione ha le proprie caratteristiche e peculiarità e soprattutto un bacino di giocatori. Credo che il livello di gioco non possa che beneficiare da tutto questo assortimento, e soprattutto credo che agganciare l’EPT di Sanremo a poche distanze dall’evento di Montecarlo, sia un’occasione ghiotta per molti giocatori americani, australiani o anche latino americani. In due/tre settimane possono giocare per ben due volte due eventi importanti, tra cui un Final Event! Credo sia un’occasione da non perdere!

  1. Questa è la tua stagione dei record: giocatore con più piazzamenti “in the money” della storia del circuito EPT, un grande traguardo!

Si, un ottimo traguardo! Ma proprio per questo è necessario non abbassare le aspettative e puntare sempre in alto! In questi anni mi sono dedicato al Texas Hold’em anima e corpo, e non sempre tutto è stato facile! Ho la consapevolezza però che il poker mi abbia insegnato molto anche nell’affrontare gli alti e i bassi. Bisogna avere pazienza, lavorare molto, tenere duro nei momenti difficili, avere fede nelle proprie capacità! Alla fine i risultati arrivano!

Certo, non è sempre facile calcolare la periodicità precisa dei risultati.. A volte non arrivano per anni, a volte ti arrivano tutti in un colpo nel giro di 3 settimane. L’importante quando arrivano e’ tenere i piedi per terra e la testa tranquilla. Se siete convinti di essere dei buoni giocatori, mettetevi sempre in discussione per migliorare, e ricordatevi che alla fine contano sempre e solo i fatti.

  1. E in particolare splendido sesto posto al Grand Final di Montecarlo… che emozione ti ha dato centrare il final table in un torneo con così tanto campioni?

Montecarlo è stato un torneo “speciale” sotto molti punti di vista. Innanzitutto perché a sole poche settimane dal successo di Sanremo, in molti si congratulavano con me per l’ottima organizzazione dell’EPT quasi dimenticandosi che ero li per giocare! Sembrava quasi che la mia veste di giocatore, dopo il successo dell’EPT, fosse passato in secondo piano! Ed invece proprio quando meno credi, quando nessuno si aspetta da te un risultato, ti capita di affrontare i giocatori nel modo giusto, i calcoli tornano e le carte arrivano.. insomma a Montecarlo la mia concentrazione e il mio stile di gioco mi hanno permesso di andare avanti.

E poi, forse la più grande soddisfazione ed emozione è stata mio padre. Non tanto per il 22esimo posto a Montecarlo, tanto per la forza con cui si è saputo riprendere dallo spaventoso incidente autostradale che 2 anni fa lo colpi. Vivo per miracolo, dopo 5 mesi di ospedale e 6 di riabilitazione: ora cammina e lavora instancabilmente, e dopo solo due settimane dopo aver organizzato il primo EPT in Italia, è riuscito ad arrivare insieme ai tavoli finali di Montecarlo! Sicuramente è un giocatore che ha ancora molto da vincere e da insegnare a suo figlio, e non solo riguardo al Texas Hold’em.

  1. Ero presente e ho notato dei cambiamenti nello stile di gioco. Mi hai dato l’impressione di aver aumentato la tua aggressività…

I veri professionisti sanno cambiare stile! A seconda di chi si trovano di fronte, a seconda del tipo di torneo, e del momento di gioco. Sarebbe impensabile giocare sempre nello stesso modo, sarebbe prevedibile, e sicuramente molto più noioso. A Montecarlo ho giocato per vincere, come in tutti i tornei. A volte le cose vanno bene, a volte per una serie di coincidenze le cose vanno diversamente. La bravura va di pari passo ai risultati, ma non sempre. Solo quando c’è continuità si vede il vero profilo e stile di un professionista.

  1. Quali sono i progetti della futuri della FITH?

Quando fu creata la FITH, in molti mi criticarono perché giustamente dicevano che una federazione in più non era necessaria, e che avrebbe solo danneggiato il movimento.

La FITH nasceva invece proprio con lo scopo di convincere che attraverso credibilità e professionalità l’unificazione delle varie realtà era possibile. A distanza di alcuni mesi, i tentativi di unificazione sono stati molteplici. E’ un dato di fatto che le federazioni non servono a portare più o meno giocatori ad un evento, anzi, spesso sono un costo enorme sotto il profilo organizzativo e logistico. Non è facile avere la panoramica di tutti i circoli, e soprattutto portare avanti l’obiettivo di ottenere una giusta legittimazione da parte delle istituzioni e a livello legislativo.

Non ho mai creduto solo ai numeri: 50 o 100 tessere in più o in meno non cambiano le cose.. Credo che i giocatori e soprattutto i circoli abbiano bisogno di un movimento compatto, e proprio questi sono i miei auspici per il futuro della FITH. Forse siamo ancora lontani dalla completa unificazione, ma qualche passo in questa direzione è stato fatto, FITH e FIGP hanno deciso di riunirsi in un unico movimento democratico e ci auguriamo che anche altre realtà abbiano intenzione di farlo, senza troppi veti o condizioni.

  1. Il movimento italiano sta continuando a crescere di molto.. addirittura a Sanremo c’è stata la presentazione di Travelrounders, la compagnia che si occupa di viaggi dedicati al poker!

Si, a Sanremo durante la 1° tappa del Campionato Pro, è stato presentato Travelrounders, il primo operatore turistico nazionale specializzato nel far viaggiare i giocatori di Texas Hold’em www.travelrounders.com. Devo dire che apprezzo l’iniziativa, e Travelrounders farà anche da supporto per pernottamenti, viaggi, transfer, durante tutti i tornei che organizzeremo.

Travelrounders sarà inoltre un’ottimo strumento per semplicare i miei viaggi e spostamenti: ultimamente mi è capitato di dover fare i salti mortali in più di un’occasione per incastrare date e appuntamenti e mi auguro che sarà più semplice avendo un booking sempre a disposizione anche per voli a lunga percorrenza.

Vacanze e poker sono un buon binomio: sarebbe assurdo non considerare le esigenze dei giocatori professionisti o dilettarti, e di tutte quelle persone che hanno messo da parte i pregiudizi e semplicemente vogliono divertirsi.

Le destinazioni in cui è possibile giocare a Texas Hold’em si stanno moltiplicando, e avere un servizio a supporto in questo senso, per giocatori, clubs, federazioni, organizzatori di eventi e poker room è un’occasione molto interessante. Dopotutto viaggiare è bello, ma in alcuni casi può essere problematico, e avere qualcuno su cui fare riferimento può tornar utile, per doversi preoccupare solo di giocare!

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