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Luca Pagano

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Di seguito proponiamo l’intervista che ci ha concesso Luca Pagano ( gen 2006 ). Per maggiori informazioni sul nostro giocatore più rappresentativo potete andare sul sito:
A che età hai iniziato a giocare a poker?

Avevo 19 anni.

Da quanto lo fai da professionista?

Quasi 7…

Come ti sembra la situazione del poker in Italia?

E’ in forte crescita, ma come tutte le cose in Italia.. e’ in ritardo rispetto agli altri paesi europei (non facciamo neanche confronti con gli Stati Uniti)

Preferisci il gioco on-line o i tornei dal vivo?

Il gioco on-line è sempre stato il mio pane. I tornei dal vivo sono molto piu’ divertenti e l’unico modo per crescere professionalmente parlando.

Il poker ti consente di viaggiare molto, quali sono gli altri aspetti di contorno che apprezzi nella tua professione?

Ce ne sono davvero molti.. L’aspetto economico e’ sicuramente importante, ma non l’unico. Si e’ un po’ imprenditori di se stessi.. si lavora quando ci si sente in forma e ci si ferma quando se ne sente il bisogno. Lo stile di vita e’ davvero invidiabile: i giocatori che partecipano seriamente al circuito non sono molti, ma alcuni di loro hanno la mia eta’ e con il tempo siamo diventati molto amici. In pratica ogni 2 settimane ci rivediamo e ci divertiamo insieme in un posto del mondo diverso..

Consiglieresti ad un ragazzo di intraprendere il tuo percorso, almeno di provarci?

Ce l’ho fatta io e non ci sono motivi per pensare che altri non ce la possono fare. Pero’ vi garantisco che e’ molto, molto piu’ difficile e faticoso di quanto puo’ sembrare. Il fattore psicologico (e lo stress che ne consegue) e’ la difficolta’ maggiore che incontriamo sempre tutti. Ho fatto moltissima fatica a capirlo e a raggiungere un certo equilibrio.. non ho nessun rimpianto per le scelte che ho fatti, anzi.. pero’ se per ipotesi domani dovessi ricominciare tutto da capo, rivivere i momenti difficili (moltissimi) non so se avrei il coraggio di rifarlo. Credo sia giusto provarci.. non credo valga la pena soffrirne troppo.

Quale consiglio potresti dargli…

Innanzitutto di finire gli studi. Lo so lo so, parlo come molti dei loro genitori e ho solo 27 anni, pero’ ora davvero ne capisco il significato. Il fatto di avere un’alternativa al gioco e’ un fattore di incredibile importanza, specie quando le cose non fanno come si vorrebbe e si inizia a sentire la pressione psicologica ed economica.

Ti vediamo spesso con il tricolore, abitudine non diffusa ai tavoli per quanto riguarda i giocatori stranieri, sei particolarmente patriottico?

Sebbene ci siano molti aspetti dell’Italia di oggi che non vanno bene (a volte sono imbarazzanti rispetto ad altri paesi), sono e resto orgogliosamente italiano. Ho visto moltissimi paesi negli ultimi anni, e vi posso garantire che posti come i nostri sono unici.. il cibo italiano ce lo sogniamo semplicemente all’estero.. e la cordialita’ e l’ospitalita’ che “spesso” c’e’ in Italia e’ molto rara all’estero. Non per niente quando dico che sono italiano, tutti rimangono favorevolmente sorpresi e invidiosi del nostro paese.

Il tuo giocatore preferito? Perché?

Marcel Luske. Imprevedibile, aggressivo, con esperienza, un signore al tavolo e fuori.. ma soprattutto un amico.

Poker e donne, binomio sempre vincente?

No, anzi quasi mai. Nel circuito ci sono sempre piu’ donne, sono comunque una percentuale davvero minima rispetto al numero di partecipanti. Personalmente parlando, sono felice e non mi lamento.. ma con il poker c’entra ben poco.

Nel Texas Hold em in un heads up finale , quale mano iniziale sceglieresti per rispondere ad un all-in tra coppia di 5 e QKs?

Coppia di 5.

Quel è il tipo di gioco che preferisci tra NL, pot limit o fixed?

Come cash game preferisco il fixed. Come torneo il NL.

Te che hai molta esperienza in campo internazionale e nel gioco live, quanto valuti difficile per un buon giocatore da poker rooms on-line passare al gioco dal vivo?

Se e’ davvero un buon giocatore online, trovera’ poche difficolta’ ad adattarsi e adeguarsi alla partita dal vivo. Ovviamente cio’ richiede tempo e pazienza, come in tutte le cose.

Raccontaci la più incredibile bad beat che hai subito…

Montecarlo, Marzo 2005, finale EPT. Buy In 10,000 Euro. Io e il mio avversario andiamo all-in preflop, io con AA lui con KK. Flop A J 6. Turn: Q. River: K. Pero’ cerco sempre di evitare il discorso bad beat.. perche’ sono piu’ o meno sempre le stesse, noiose e alla fine non interessano a nessuno. In un certo senso il parlare di bad beat spesso blocca i giocatori dall’analizzare correttamente determinate situazioni e certi risultati. Insomma, ti blocca la crescita!

E quella che hai rifilato ad un avversario…

Oh, talmente tante che non si contano..

Quale vittoria ti ha dato più emozioni?

Il terzo posto di Barcelona nella stagione 1 dell’EPT.

Perché?

Perche’ era il primo torneo EPT, c’era molto interesse attorno al torneo e a me.. non volevo deludere nessuno e ho dato il 100%. Ed e’ andata bene. Peccato aver mancato il primo posto per un soffio, ma questo mi sta dando la giusta motivazione per insistere e continuare con la stessa determinazione con cui ho cominciato.

Si dice che il Poker sia uno dei pochi sport dove un dilettante può battere un professionista, almeno sulla singola partita, che ne pensi?

Penso che sia 100% verita’, e per fortuna che e’ cosi’. Altrimenti come ci si spiega che ad OGNI torneo maggiore il primo premio sia sempre superiore ai 400,000 Euro? Credete davvero che se non ci fosse la possibilita’ per ognuno di vincere, potremo avere 300/400 iscritti ogni torneo?

Raccontaci qualcosa del tuo ultimo torneo alle Bahamas…

Bahamas non e’ stata un’esperienza particolare rispetto ad altre. Posto stupendo, hotel Atantis incredibile.. ma per quanto riguarda il poker non sono praticamente mai entrato nel vero della partita. Poco male, ho approfittato per fare una buona vacanza.

Quali sono i tuoi piani nel prossimo futuro?

Intanto ho intenzione di concludere nel miglior modo possibile la stagione 2 dell’EPT.. prossime tappe sono Deauville (Francia) e poi Montecarlo per la finale. Poi ad Aprile ci sara’ la finale del WPT a Las Vegas. E da giugno… World Series of Poker.

Ti ringraziamo dell’intervista e, se vuoi, lasciaci con un ultimo pensiero libero.

Non mollare mai, anche se il periodo non e’ dei migliori. E’ qua che fa la differenza tra il giocatore comune e il campione. Non lamentatevi delle bad beat.. sono almeno quante ne avete date voi agli altri.. e se siete sicuri che non e’ cosi’, allora abbiate pazienza, presto tirerete delle belle cornate pure voi 🙂

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