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Analisi di una mano – scritto da Confiteor

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UNA MANO PERICOLOSA

Circa due anni fa mi ritrovai al final table di un importante torneo on line: il mio stack era superiore all’average ed avevo circa 25 big blinds.
Nel colpo in questione, tutti foldarono fino allo small blind, un giocatore molto aggressivo, che opta per un raise standard, rilanciando 3 volte il big blind.
Questo raise era per me davvero poco indicativo, il range di carte con cui lo faceva era ampissimo. Io possedevo A4, ossia una mano decisamente superiore alla media contro due carte random, ma pur sempre una mano mediocre.

Solitamente la mia strategia in queste situazioni varia da qualche raro fold contro giocatori molto tight ad un mix di call e reraise. Contro un giocatore molto aggressive come il mio opponent, spesso opto per il call se siamo entrambi relativamente deep: non tanto perché la mano possieda potenziale visto che le possibilità di miglioramento sono scarse e l’asso è comunque una carta pericolosa, quanto perché un reraise viene spesso fronteggiato da un ulteriore repop che costringe a foldare! Giocatori di quel tipo, nei blind poi, sono perfettamente in grado di farlo senza avere una mano forte. Ecco un altro dei vantaggi dell’essere aggressivi!

Decisi di fare comunque call visto che la mia mano poteva essere superiore ed il flop fu QJ5 rainbow.

Il flop, ad una prima analisi, è molto negativo per me: non sono affatto migliorato ed inoltre sono scese carte che potrebbero avere aiutato il mio avversario. Ero già pronto a foldare ad una sua scontata continuation bet, quando qualcosa di imprevisto accadde. Il mio opponent fece check.

Qui ora sapevo che qualcosa di strano era scattato e principalmente 3 erano le possibilità: 1) aveva floppato una monster hand e aveva deciso di slowplayare 2) aveva completamente mancato il flop con una mano magari tipo la mia e stava facendo le mie stesse considerazioni sul flop che poteva avermi aiutato 3) aveva floppato una mano con moltissimi outs e non voleva essere costretto a fronteggiare un reraise che poteva estrometterlo dal pot, magari sperava di avere una free card o di poter callare a basso prezzo.

Di fronte a questa analisi, il lettore potrebbe obiettare che dunque tutte le possibilità erano aperte e non abbiamo ancora concluso nulla, ma non è così! Io credo che anche una analisi di questo genere debba essere fatta durante il colpo dal giocatore che vuole analizzare a fondo la mano: ora possiamo escludere mani come AJ, KJ, JT, J9, J8 o altri fanti senza kicker (mani con cui abbiamo detto che avrebbe potuto rilanciare preflop ugualmente), restano solo JJ, JQ e J5 come mani che possiedano un fante. Le mani che abbiamo escluso avrebbero infatti bettato il flop con ragionevole certezza.

Inoltre, sappiamo che non ha TT, 99 e le altre coppie piccole, escluso 55. Anche queste mani avrebbero fatto bet: il check ha poco senso e comunque il mio opponent era un giocatore aggressivo che avrebbe voluto scoprire subito dove si trovava nel colpo.

Possiamo infine escludere draw davvero marginali con cui credo che un giocatore del genere punti, ossia T8, ma anche draw che includono un asso, ossia AT e AK, mani che hanno outs ed inoltre ancora una buona probabilità di essere avanti. Del resto l’essere in vantaggio per il mio avversario è ora un concetto più definito che per me, di sicuro sa con certezza se è indietro. Infatti, io non so nulla della sua mano dato il raise così poco indicativo, lui invece sa che io ho una mano decente visto che ho callato.

Decido anche io di fare check, ben contento di vedere la prossima carta.

Al turn scende un apparentemente innocuo 2, non ci sono draw a colore.

Ora è il momento della verità: il mio opponent fa ancora check.

A questo punto possiamo approfondire ulteriormente l’analisi: adesso sappiamo con ragionevole certezza che non ha una monster hand, mani come QQ, JJ, KK, AA, 55, AQ o QJ. L’unica monster hand che si è creata adesso, ossia set di 2 la avevamo già esclusa, torneremo su questa ultima possibilità in seguito.

A questo punto decido di bettare, principalmente per prendere il piatto, è molto probabile che io sia avanti o che comunque possa farlo foldare se ha un asso come me.

Il pot è circa 6 big blinds e ½ ed io puntai circa 4 big blinds. Con mia grande sorpresa il mio opponent mi fece un istant call (spesso indice di draw, ma tralasciamo tale tell e proviamo ad arrivare alla medesima conclusione attraverso altre strade).

Il river fu un altro 5, una ottima carta per me, essendo il 5 già presente.

Il mio avversario mi mise ora all in per circa 18 big blinds!

A questo punto qualcosa non tornava, la mano non aveva più una armonia, aveva allora slowplayato? Aveva davvero un punto così forte?

Di fronte a tali scenari, alcuni giocatori commettono l’errore di vedere “i mostri” e concentrano tutta l’attenzione sull’ultima carta scesa.

È il momento di ripercorrere l’analisi: avevamo già escluso una monster hand, per cui resta da chiarire se può avere un 5. Tale carta lascia molti dubbi ma non certo per il raise preflop; con 56, 45, 57, A5, K5 lo avrebbe probabilmente fatto. I motivi sono invece i seguenti tre: 1) con un solo 5 in mano avrebbe probabilmente puntato sul flop 2) se avesse deciso di non puntare probabilmente avrebbe foldato al nostro bet perché il board era pericoloso 3) se anche avesse deciso di non puntare e poi fare call, adesso, all’apparizione di un ulteriore 5 avrebbe fatto un bet moderato o avrebbe optato per un check raise.

Procediamo con una ulteriore prova: analizziamo la mano dal punto di vista del mio opponent se davvero avesse un 5 in mano.

Rilancia con un 5 e floppa bottom pair. Il board è pericoloso, per cui decide di checkare in attesa degli eventi, cerca di tenere il piatto basso, ha una mano da mostrare. Fino a qui tutto torna. Poi vede il suo avversario checkare a sua volta. Il turn è un due, potrebbe puntare, ma prosegue con la sua strategia, avendo deciso di giocare in maniera prudente, concede la possibilità di battere la sua coppia al river ma in compenso non aggiunge soldi al piatto e spera in uno showdown molto chip in un momento chiave del torneo. Perfetto. Ora però mi vede puntare. Dovrebbe a questo punto pensare se foldare (invece fa istant call!) ma subito decide che io stia cercando di prendere il pot e decide di fare call, mi giudica debole e pensa che la sua mano sia vincente. È tutto già più complesso, ma ancora possibile. Sempre per prudenza non controrilancia, sa che può fare soldi solo lasciandomi bluffare, non pensa di essere indietro, altrimenti il call è privo di senso, sa di avere pochissime carte a prendere. Nella rara eventualità che sia indietro, spera di pagare il minimo, non avendo mani peggiori che lo possano callare.

Perché nel fare call pensa probabilmente di essere vincente? Perché anche lui avrà probabilmente fatto una analisi simile alla mia: ha bottom pair e ritiene di essere avanti, infatti una mano degna di essere puntata si sarebbe fatta viva al flop, inoltre non può trovarsi di fronte una monster hand di partenza perché avrebbe controrilanciato preflop, non può fronteggiare una mano con molti outs altrimenti mi sarei preso gratis anche il river, l’unica monster che poteva trovare era coppia di 2 o di 5. Come detto QQ e JJ avrebbero certamente controrilanciato preflop, AA e KK avrebbero almeno puntato al flop, solo 22 e 55 sono coppie con cui fare call in preflop, ma un 5 in questa ipotesi lo ha lui, per cui ora le possibilità di set sono minime. Ora scende un altro 5! Grande gioia per lui e tempo di riflessioni su come sfruttare questa inaspettata fortuna. Essendo sempre nei panni del mio avversario, la domanda è ora: punto dai 3 ai 5 big blinds sperando di essere chiamato, oppure faccio check e spero in un bluff?

Non importa come la pensiate, il punto è allora perché andare all in?

Non aveva senso. Io non avrei mai potuto callare una puntata del genere, ero chiaramente debole o per lo meno lo sembravo fortemente. Invece nell’ipotesi marginalissima di uno slowplay ero probabilmente ancora avanti. Forse avrebbe potuto battere ed essere pagato da un QJ. Con solo un fante rischiava di farmi passare, ma il fante lo aveva escluso o quasi dalla mia mano, altrimenti non avrebbe fatto call, la donna poi non la potevo realisticamente avere: cosa poteva pensare che lo avrebbe pagato?

Nulla.

Allora doveva essere un bluff!

Adesso bisogna continuare però a ragionare: io cosa batto con la mia mano?

Praticamente nulla. Inoltre, se il mio opponent ha un asso è uno split pressoché certo, per cui avrei indovinato il colpo ma prenderei solo indietro le mie chips.

Però in fondo gli assi li abbiamo esclusi quasi tutti.

Abbiamo escluso AK, AJ e AT per via del flop, abbiamo escluso AQ per via del check al turn, abbiamo escluso Ax per via del call al nostro bet al flop.

Bene, abbiamo concluso che almeno non giochiamo per splittare.

Per cui se ora il nostro avversario non ha coppia o ancora di più, siamo vincenti.

Partiamo dalla coppia, può averla? Abbiamo escluso TT e coppie più piccole per via del check sul flop, abbiamo escluso QQ, JJ, KK, AA, 55, 22 per via del check al turn. Per cui non può avere una coppia in mano. E se anche ci fossimo sbagliati inizialmente, ossia ha una piccola coppia in mano di partenza, ora di nuovo non andrebbe all in.

Non ha allora coppia in mano.

Ha fatto coppia con il board? Non ha una mano che possieda una Q, questo è veramente escluso. Non ha un fante, avrebbe puntato, almeno sul turn, inoltre ora checkerebbe. Non ha il 5, il suo all in non ha senso. Può avere un 2? In teoria sì, ma di nuovo non andrebbe all in.

Può avere più di una coppia? No, valgono le stesse considerazioni delle monster hand di prima, inoltre anche con la più marginale delle monster hands, ossia QJ, ora dovrebbe avere paura di un 5!

Non ci sono ai miei occhi altre soluzioni: è un bluff totale!

Per finire in bellezza, possiamo provare a prevedere le sue carte. Secondo me ci sono solo 2 possibilità, KT e T9, con una leggera maggiore probabilità che sia KT.

Da tutta l’analisi fatta e dal tell dell’istant call, abbiamo concluso che la sua mano presenta molti outs, per cui KT è la mano più coerente di tutte. T9 ha meno outs, il 9 potrebbe non essere una carta vincente, non dimentichiamo che in fondo in fondo per il mio opponent io potrei avere un J, per cui KT è davvero coerente con lo sviluppo della mano, rilancio preflop con una mano buona testa a testa, check al flop per non subire un rilancio che potrebbe spingerlo fuori da un colpo che vuole giustamente giocare, check al turn, con una mano che può migliorare ed anche essere migliore, call al mio bet perché la mano vale la pena, mega bluff in river per scelta oppure per la delusione di non aver chiuso nulla.

Feci call usando tutto il time bank come potere facilmente immaginare ed il mio avversario aveva KT.

Questo genere di analisi è stimolante ma non vi nascondo che molte volte ho perso colpi da cui avrei potuto tranquillamente uscire e sono stato eliminato miseramente dai tornei per analisi sbagliate, una cosa è però importante. In queste situazioni, quando il vostro opponent vi gira top pair, middle pair o qualcosa di simile e voi avete callato con un asso, la vostra analisi è allora chiaramente sbagliata. Ma se invece vi gira i “mostri” allora va bene, uscirete dal torneo ma avevate anche capito che c’era qualcosa che non andava, sarete allora sulla giusta strada per migliorare e perfezionare la vostra capacità di lettura.

Nell’esempio in questione, se il mio opponent avesse presentato allo showdown una mano tipo JT, Q7 etc., avrei dovuto riflettere a lungo se mi fossi trovato di fronte ad un donk oppure ad un genio che mi aveva completamente outplayato. Se mi avesse girato QQ sarei stato soddisfatto del mio call ugualmente, la mano non era lineare e fare call alla lunga paga, è più probabile che cerchino di bluffarvi piuttosto che stiano slowplayando un poker.

L’articolo è stato scritto e pubblicato per Card Player da Flavio “Confiteor” Ferrari.
Articolo tratto da www.nicehand.it

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