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Errori nel poker

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Qui di seguito cercheremo di illustrarvi quali tipi di errore possono caratterizzare l’inesperienza nel poker Texas Hold em. Come si può ben capire, non vi può essere un elenco completo, ma certamente cercheremo di non escludere gli errori più comuni.I

In tanti, approcciano al gioco come se in qualche modo credano di avere un talento naturale e di poter sbaragliare la concorrenza in base alle proprie capacità mentali sopra la media. Quante volte sentiamo dire: “Se giocassi io, vi farei vedere” o ancora “ora gioco e vinco tot euro”.
Approcciare al gioco
All’inizio, siamo un po’ tutti esaltati. Purtroppo, non c’è niente di più sbagliato. Il Texas Hold em è un gioco dove la calma e la lucidità giocano un ruolo fondamentale. Non si può competere solo per denaro, non ci si può concentrare solo sulla vincita del pot. Questo consiglio, sebbene possa sembrare molto superficiale e scontato, è forse la base assoluta dalla quale partire. In senso pratico, il consiglio che diamo a coloro che iniziano a giocare al poker per soldi veri, è quello di partire con i tavoli dal buy in più basso: 50 cent per i sit’n’go, 2-5 centesimi per chi gioca ai tavoli cash.

Dove sedersi
Un principiante che non abbia preso confidenza con i tanti articoli presenti su internet riguardo i consigli base, in un tavolo cash si siederà un po’ dove capita. Nel poker, invece, la posizione alle volte risulta determinante. Per questo motivo, prima di sedersi ad un tavolo cash, ad esempio, bisogna dare un’occhiata agli stack degli avversari. Di sicuro, non è assolutamente consigliato sedersi alla destra di un giocatore con un alto stack. La motivazione è semplice: questo potrebbe far valere il proprio stack per effettuare dei rilanci potenzialmente influenti sul nostro gioco. Lo stesso vale per i giocatori molto aggressivi. Anche se questi non hanno ottime carte, potrebbero rilanciare o contro-rilanciare le nostre puntate e i nostri rilanci, in situazioni in cui non avremo sempre bene chiare le nostre intenzioni.

La call station
Un altro errore che fanno molti principianti è quello di chiamare ogni big blind e persino ogni puntata. Certo, questo non succede quando i bui diventano molto alti, bensì ad inizio partita. Si chiamano i big blind e quasi tutte le puntate (e anche rilanci) fino al river, con l’unico obiettivo di vedere se la quinta carta sul board ci regalerà il punteggio tanto sperato. Sebbene questo atteggiamento sia più “sano” nel poker Omaha, nel Texas Hold em non è così. Oltre a spendere una notevole quantità di denaro per delle mani non efficaci, faremo intendere ai nostri avversari che tipo di giocatore siamo e verremo sfruttati sino al midollo.

Le proprie carte
Alle volte, in alcune situazioni, bisogna tenere molto conto delle potenzialità o delle scarse potenzialità delle proprie carte. Se ad esempio abbiamo un 7 e un 9 non dello stesso seme, non dobbiamo sforzarci di vederli come una possibile scala. Se abbiamo un Q e un 2, non dobbiamo pensare solo alla carta alta, ma anche alla carta bassa. Le probabilità di fare scala e colore rimangono sempre abbastanza basse ma alle volte la foga o la presunzione ce lo fanno dimenticare.

Il tilt
A proposito della “foga” citata pocanzi, questa può coincidere, nel poker, con il cosiddetto “Tilt”. Il tilt è una condizione in cui un giocatore può trovarsi dopo una serie sfavorevole di mani oppure dopo una grossa perdita nonostante un buon punteggio. E’ una condizione di rabbia legata alla voglia di riscossione, che porta il giocatore ad uno stato di poca lucidità, che è consigliabile evitare. Il consiglio che diamo ai giocatori “in tilt” è quello di alzarsi dal tavolo e riprendere il gioco il giorno successivo.

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