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Heads Up

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Il poker si contraddistingue per un aspetto: le regole sono banali!
{mosimage} In effetti, chiunque dotato di un QI sopra i 50 punti può capire le regole del poker e distinguere le varie fasi e i valori dei punti, questo si impara in 30 minuti netti! Il problema è che il poker è un gioco con pochi riferimenti oggettivi, non solo non puoi sapere la mossa del tuo avversario, ma non puoi nemmeno sapere da che base esso parta per deciderla (negli scacchi non funziona così).
Tutto questo per dire che nel poker, la semplicità delle regole è controbilanciata dalla complessità dovuta al dover prendere decisioni basandosi su scarsissime informazioni e non certe…
Questo è il motivo per cui, come è noto, un professionista può essere battuto da un giocatore medio sulla singola partita, mentre a tennis o a scacchi questo non può capitare (giocate contro Federer o Kasparow, quanta speranza avete di vincere una partita… 🙂

Questa condizione aumenta all’aumentare degli sfidanti. Un multitable è un sistema instabile con una complessità incredibile, nessuno può riuscire ad avere informazioni certe in un sistema così dinamico, dove lo scopo è quello di nascondre più che rendere evidente, dare un immagine distorta di se e del proprio gioco insomma… Quindi, per attitudine e in base a queste considerazioni, io preferisco gli Heads Up. In questa specialità si parte da un sistema incerto, però con alcuni basi certe da cui partire a fare valutazioni. Le dinamiche sono più controllabili e la propria influenza è senz’altro maggiore che in un multitable da 400 giocatori (50% del peso contro lo 0.25%).

Data la premessa, voglio descrivere come affronto l’Heads Up io, non è il modo vincente per eccellenza perché non esiste, però mi da la possibilità di creare un gioco abbastanza consistente e mi da delle certezze che mi permettono di gestire in semi-tranquillità il match. Mi spiegerò nel dettaglio. Io non parlo di Heads Up di final table dopo un lungo torneo, quello è un discordo diverso, quella è una situazione dove crollano gli schemi e spesso sopraggiunge una sensazione di appagamento che non fa giocare in modo del tutto ottimale, io palo di “Testa a Testa” che partono come tali. Si mettono i soldi, si danno le carte e alla fine uno prende tutti i soldi sul tavolo, bello no?? 🙂

Allora, io affronto tali partite partendo da una considerazione: HO IL 50% DI PROBABILITA’ DI VINCERE!!! Lo so che è una cosa ovvia, ma vale la pena ripeterselo. Anche ogni mano, prima di alzare le carte, è al 50% vincente, non è poco! Da qui va costruito il gioco…

Innanzitutto l’Heads Up è frenetico, si giocano tutte le mani o quasi, il gioco scorre veloce e non c’è tempo per distrarsi e perdere concentrazione come in un multi-table dove, in fase iniziale si tende ad entrare solo con carte di fascia altissima, cioè circa il 15% delle mani e basta, nell’Heads Up siamo nell’ordine del 90%. Questo implica tanto stress e concentrazione, ma permette di saggiare in modo più concreto il gioco avversario. Questo è l’elemento centrale, è possibile riuscire a capire il gioco di 9 sconosciuti al tavolo da 20 mani, cioè 2 mani a testa. E’ possibile, ma a rischio di grande fallimento, non ci scordiamo che nel poker tutti tendono a dare un’immagine opposta da come in realtà si è e si giochi, almeno tutti ci provano. In un Heads Up, in 20 mani, si ha un margine di casistica abbastanza ampio per capire con chi si ha a che fare. A volte è molto chiaro fin da subito, giocato stra-aggressivi che rilanciano con tutto, oppure giocatori chiusi che non giocano quasi mai e aspettano carte di fascia alta (di solito giocatori così non sono specialisti, ma vengono dal multi-table e applicano quel tipo di dinamica).

Io, lo dico onestamente, aggredisco il più possibile. Nell’Heads Up, più che nelle altre discipline, è la base per vincere. E l’altra regola è EVITARE I CALL!!! La percentuale di partite perse è proporzionale ai call fatti… Sono pericolosissimi. Chi riassume il concetto dice: O RAISE O FOLD!

Io non sono così drastico, certo è vero che i call nell’heads up quasi sempre portano alla fuoriuscita di preziose fiches senza controllo .-) C’è chi crede che l’Heads Up si conluda esclusivamente quando si scontrano due punti alti. Questo non è vero, anzi! Chi gioca bene questa specialità gioca con carte stranissime per un giocatore di tornei multi. Si tende a giocare al contrario di quello che la logica indicherebbe, bluff continui, slow play con punti alti e vice-versa nella mano successiva! Le regole si sovvertono, si risponde ad un all-in con 56s piuttosto che con KT (rischio di incontrare AA, AK, AT, KQ, KJ ecc..) invece un bel 56 a colore apre aspettative di scale colori e coppie e non ci sono sovrapposizioni, sicuramente con le carte dell’avversario, vero problema dell’All-in!

Insomma, dopo la tediosa introduzione definirò alcune strategie che è bene seguire per valutare il gioco e le sue fasi che si susseguono, parlerò di Heads Up NL:

Partire con lo studio dell’avversario, dedicare 5 mani, non di più, mantenendo il proprio parco fiches magari invariato rubando qualche buio e evitando di entrare in piatti strani o pericolosi, insomma fold fold fold!

Dopo aver individuato strategie e tipo di giocatore, magari carpendo qualche reazione (tells) se si è dal vivo, passare alla fase di costruzione della propria immagine:

• con un giocatore sfrontato,il classico raise a tutti i costi pazientare e infilare qualche bel re-raise, tanto per far percepire la propria imprevedibilità, insomma far crollare la sicurezza altrui. Fatto questo, spesso, la partita si equilibra e il gioco ritorna ad essere meno impulsivo… E’ importante riuscirci sennò spesso si finisce per perdere e finire in qualche trappola (il classico all-in –> fold scopre le carte 42, all-in –> fold scopre le carte 72, all-in, ormai innervositi call AA davanti ai propri occhi, gli stringete la mano e vi complimentate mentre uscite a picchiare la testa nel muro con il vostro Q6 tristissimo in mano…)

• con un giocatore apparentemente attento al gioco occorre stare attenti. Se un giocatore sembra aggressivo, ma fa fold per piccoli rilanci o fa raise con coppie intermedie occorre fare una cosa: mettersi davvero di impegno, partita dura! Alle brutte giocare la carta (legittima) della sorte e puntare sull’all-in per il colpo fortunato! Capita di trovare giocatori con stili incompatibili con il proprio gioco, ma c’è sempre da imparare!

• con un giocatore chiusissimo è semplice, AGGREDIRE! Rubare, rubare e rubare bui! Portarlo short e poi colpire a colpi di All-in, in caso di sconfitta, non importa, si riparte tanto si erano accumulate un bel gruzzoletto di fiches 🙂

Chiaramente esistono sfumature e non sempre il giocatore trova una collocazione precisa…
Nel poker alla texana gli Outs danno sempre una mano nella valutazione del proseguo della mano e della sua appetibilità. Io li tengo sempre in considerazione, però nell’Heads Up tale tipo di valutazione è meno influente, non si gioca per il punto, quasi mai, ma per l’idea di punto che si vuole dare. Con 7 8 A sul Flop io provo a bluffare un asso, poi se l’avversario ha A o 78 perdo un po’ di fiches, certo che il bluff difficilmente lo protraggo anche al turn, evito l’orgoglio e faccio fold!
E’ importante il punto che si da l’impressione di avere, non tanto quello che si ha, in 7 al tavolo la questione è un po’ diversa, i punti ci sono e bisogna stare molto più attenti, nell’Heads Up si è in due, l’avversario ha circa l’11% di avere un A, una volta su 10, non è tanto per provare a simulare di averne uno noi e vincere un po’ di fiches! In 7 giocatori c’è il 66% che almeno un giocatore abbia l’Asso, per cui è meglio scappare!

Insomma, io amo questo tipo di gioco per le sue strane dinamiche, è un gioco veloce, di testa e con riferimenti strani ma più chiari del solito poker, ve lo consiglio…

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