Vai al contenuto

ADINOLFI: “TEXAS HOLD’EM POKER, CHE PASSIONE!”

  • di

“La televisione è il mio lavoro, il poker e la politica sono la mia passione. Continuerò a fare televisione, ad impegnarmi in politica, a giocare a poker. La mia vita è grande abbastanza per accogliere tutti e tre questi grandi strumenti di scandaglio dell’animo umano”.
Già blogger, conduttore tv, collaboratore di Mtv Italia e La7 e primo tra i non eletti alla Camera dei Deputati tra le fila del Partito Democratico, è bastato un ‘All in’ nel momento giusto per ingaggiare un’onda mediatica notevole.
Ma la passione di Adinolfi per il poker è genuina: “Ho scoperto l’Hold’em online nel 2005, poi l’ho abbandonato ricominciando a giocare con il live l’estate scorsa negli eventi del Foro Italico organizzati dal team di Stefano Fiore, un giocatore romano molto giovane che ammiro per le sue capacità anche imprenditoriali”, racconta il politico Pd che capita spesso di vedere tra i tavoli dei maggiori tornei nazionali e internazionali, da Campione d’Italia con Italian Rounders a quelli delle altre federazioni. Ambizioni da professionista? “No, non scherziamo, ho un lavoro che mi appassiona e mi prende molto tempo, lasciando per ora solo ritagli al poker – precisa Adinolfi – posso dire, però, che un anno di attività pokeristica mi ha portato a livelli medi, anche se dovrei concentrarmi di più sui miei difetti, giocando di più. Mi piacerebbe fare un’annata da ‘pro’ e allora saprei dire davvero a che livello posso collocarmi. Da dilettante, va bene così”. Lo stile di gioco somiglia a quello dei suoi idoli, Dario Minieri e Gus Hansen: “Prima ero ‘maniac aggressive'(uno stile di gioco aggressivo, appunto, fatto di rilanci continui che spesso spiazzano avversari più prudenti e consentono di raccogliere piatti importanti, ndr) ora sono diventato aggressive e basta. Mi pare un buon passo avanti da compiere in un anno”, confida Mario Adinolfi.

Anche se il poker dovesse rimanere una passione e basta, l’esponente del Pd, volente o nolente, sembra già essere diventato un punto di riferimento del poker ‘made in Italy’ nel mondo della politica: “Io sono il primo dei non eletti del Partito democratico alla Camera dei deputati. Forse nel giugno prossimo arriverà la ‘promozione’ in Parlamento, visto che con le elezioni europee qualche rappresentante nazionale potrebbe migrare a Strasburgo, lasciando libero il mio posto – spiega Adinolfi – se dovessi ritrovarmi deputato tra qualche mese, prendo l’impegno a proporre una legge specifica per il Texas Hold’em, che ricalchi i principi di quel decreto Bersani in cui il nostro gioco preferito è stato inserito tra gli skill games, segnando dunque uno spartiacque con il tempo in cui veniva considerato gioco d’azzardo. Se è un gioco d’abilità, e certamente lo è, va regolato, ma ne va lasciata libera la pratica”. Eccoci al dunque. Poker e Questure, poker e federazioni nazionali, poker e legge: come districarsi in questa giungla di rapporti istituzionali, normativi e perché no umani? “Per quello che riguarda le federazioni italiane credo che si debba assolutamente arrivare ad un’unione tra le rappresentanze del mondo del poker. Io mi fido molto del lavoro svolto da Luca Pagano (presidente della Federazione Italiana Texas Hold’em, ndr)”. Entro il mese il Governo dovrà esprimersi per una chiara regolamentazione del gioco live e in tanti si chiedono cosa succederà nei club e nei circoli: “Bisogna liberalizzare la versione ‘a torneo’ senza re-buy (la possibilità, una volta eliminati, di riacquistare la posta iniziale pagando di nuovo l’iscrizione, ndr) e vietare la versione ‘cash’ fuori dai casinò. Mi sembra l’unica soluzione praticabile. E si potrà salvaguardare la libertà dei circoli, dando loro una cornice di regole semplici, da non eludere”, auspica Adinolfi.
Ma il poker esploderà prepotentemente nella sua versione online. In tanti già giocano sui siti considerati illegali in Italia, i famigerati ‘punto com’. Adinolfi crede invece che “in prospettiva i ‘punto it’ saranno destinati a spartirsi la fetta principale del mercato, certo in questa prima fase partono assai svantaggiati, ma il futuro è loro”. Lo scenario migliore sarebbe quello di una “liberalizzazione totale del mercato dell’online – spiega il politico-pokerista – anche se so che per come si sono messe le cose potrebbe essere una mossa complicata. E’ chiaro che rischia di trasformarsi in una guerra complicata da combattere con i soliti mezzi dei cavilli legali”.
Domanda banale: progetti futuri? “Ripeto che continuerò a fare tv e impegnarmi in politica usando il poker come divertimento – conclude Adinolfi – nei prossimi mesi potrei riproporre il format ‘partita democratica’, un esperimento fortunato in cui facevo sfidare i politici invitati in trasmissione a Texas Hold’em”. Un tipico rilancio da autore tv che solo un player di hold’em sarebbe capace di fare.

Tratto integralmente da Gioco & Giochi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *