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L’Italia legalizza il poker on line

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MILANO – Conto alla rovescia per il poker online: il “proibizionismo” è finito. Si brinda soprattutto nel Lazio, in Abruzzo e Campania, le regioni dove è più alta la densità degli appassionati. Entro Ferragosto, infatti, l’Aams cioè l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato darà ufficialmente il via ai primi “tavoli virtuali”. Certo, non si potranno puntare più di cento euro. Però se ai tornei parteciperanno centinaia o anche migliaia di persone le vincite potrebbe risultare sostanziose. MILANO – Conto alla rovescia per il poker online: il “proibizionismo” è finito. Si brinda soprattutto nel Lazio, in Abruzzo e Campania, le regioni dove è più alta la densità degli appassionati. Entro Ferragosto, infatti, l’Aams cioè l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato darà ufficialmente il via ai primi “tavoli virtuali”. Certo, non si potranno puntare più di cento euro. Però se ai tornei parteciperanno centinaia o anche migliaia di persone le vincite potrebbe risultare sostanziose.

L’attesa degli appassionati è alta. Secondo uno studio condotto da Agicos, agenzia specializzata nel settore dei giochi e delle lotterie, già oggi ci sono 200 mila italiani che partecipano illegalmente al poker online sui siti esteri. La metà di costoro, inoltre, ha aperto un conto-gioco su quegli stessi siti. Intanto, già da qualche settimana le prime due aziende cioè Gioco Digitale e Microgame hanno aperto le loro poker room dove si può giocare legalmente senza soldi. Lo scopo: trovarsi in pole position quando il mercato sarà ufficialmente aperto. Perché da settembre in poi la competizione si farà dura. E altre cinque, sei società scenderanno in pista per assicurarsi una fetta della torta.

La posta in palio è ghiotta. E giustifica l’effervescenza che si respira fra le aziende. Il mercato mondiale, infatti, vale circa 24 miliardi di euro. Mentre il rapporto Agicos indica che entro il 2009 ci saranno fra i 200 mila e i 300 mila giocatori per i nuovi siti punto it. “Secondo i nostri calcoli e sulla base delle esperienze internazionali”, afferma Fabio Felici, direttore della stessa Agicos, “verranno aperti circa 500 mila conti-gioco sui siti italiani. Quanto al mercato si dovrebbe aggirare attorno al mezzo miliardo di euro”. Una bella cifra, dunque. Quanto alle casse dell’erario dovrebbero rastrellare circa 15 milioni di euro in più, visto che il fisco applicherà una “tassa” del 3% sulle somme vinte.

Ma chi è il giocatore online? Dai sondaggi effettuati nelle poker room esce fuori che si tratta per l’80% di maschi fra i 25 e i 35 anni con un reddito medio annuo inferiore ai 35 mila euro. Il 16% sono degli over 55 contro una media europea del 7%. Al contrario negli Stati Uniti un terzo dei giocatori delle sale virtuali è composto da donne. Una tessera in più per disegnare il profilo ce lo fornisce una tabella di Gioco Digitale che mostra come le regioni in cui si gioca di più rispetto alla popolazione sono il Lazio, la Campania, l’Abruzzo e la Puglia. Meno entusiasmo invece nel Nordest dove la percentuale dei giocatori risulterebbe minore.
Le regole del gioco approvate dai Monopoli sono abbastanza semplici.

Ai vincitori andrà almeno l’80% della posta in gioco, al fisco il 3% mentre aziende e concessionarie arriveranno fino ad un massimo del 17%. Se la concorrenza sarà dura, infatti, la quota che finirà nelle tasche degli operatori potrebbe scendere trasferendosi almeno in parte in quelle dei vincitori. Quanto ai soldi che si potranno giocare si parte da un minimo di 50 centesimi per arrivare ad un massimo di 100 euro. Molto dipenderà dunque dall’ampiezza dei “tavoli virtuali”.

(23 luglio 2008)

di GIORGIO LONARDI

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